Razzia da Pinarello: i negozi cercati su Google e la refurtiva venduta al 15 per cento del suo valore

Domenica 25 Febbraio 2024 di Cristina Antonutti
I ladri mentre strisciano per terra per entrare nell'azienda Pinarello

PORDENONE - Una trasferta di 1.400 chilometri, dalla periferia della città romena di Galati fino a Pordenone, ingannando il tempo cercando su Google gli obiettivi da colpire. Ad esempio: "motoseghe". Ed ecco comparire sul telefonino il "Mania Green" di viale Treviso, dove la notte del 15 novembre scorso i quattro romeni arrestati giovedì mattina a Verona dalla Squadra Mobile di Pordenone hanno portato via 60 motoseghe e due gruppi elettrogeni per un valore di 50mila euro. Nessun sopralluogo. La banda si affidava alla tecnologia. Così ha raccontato ieri mattina, 24 febbraio, Aurelian Constandache, 38 anni, dal carcere di Venezia. L'uomo è stato l'unico a confessare la sua partecipazione ai raid da "Mania Green", alla Ferramenta Piazza di Sala Baganza (Parma) e alla Cicli Pinarello di Villorba.

Nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Rodolfo Piccin, nonostante l'avvocato Giada Murando gli avesse consigliato di avvalersi al momento della facoltà di non rispondere, ha di fatto confermato la ricostruzione della Procura.

LA REFURTIVA
La banda andava a colpo sicuro. Non servivano sopralluoghi, bastava visionare fotografie e immagini dei luoghi trovate su internet per decidere dove andare a rubare e come muoversi nel perimetro dei negozi. Figurarsi quando, a pochi chilometri da Pordenone, alla ricerca "biciclette da corsa" è uscita la Cicli Pinarello e con due azioni distinte, una alle tre di notte e l'altra alle dieci di sera, il 22 novembre sono riusciti a portare via 19 modelli per un valore di 290mila euro. Che fine abbia fatto la refurtiva non è chiaro. Aurelian Constandache sostiene che, attraverso un intermediario di cui non sarebbe in grado di indicare il nome, la banda avrebbe ceduto il bottino (qualcosa come 368mila euro di merce) per il 15 per cento del suo valore a un romeno, pure lui sconosciuto, che fa la spola tra Italia e Romania portando soprattutto i beni delle badanti. Se così fosse, per le costose biciclette della Pinarello avrebbero incassato poco più 40mila euro e la trasferta dello scorso novembre avrebbe fruttato complessivamente circa 55mila. Saranno adesso gli investigatori a cercare conferma alle sue dichiarazioni analizzando anche le intercettazioni telefoniche che hanno a disposizione.

COINDAGATI IN SILENZIO
Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere Marian Valentin Neagu, 31 anni, difeso dall'avvocato Anna Micossi e Paraschiv Constandache, 41, fratello di Aurelian. Il suo legale d'ufficio è Giovanna Morsanutto, che valuterà un eventuale interrogatori dove aver esaminato gli atti su cui di base l'ordinanza di custodia cautelare. Sono bastate poche parole, invece, a Liviu Gabriel Ivan, 31 anni, difeso dall'avvocato Alessandro Magaraci, per dichiararsi estraneo alle accuse: «Non ero io, non c'entro nulla». Il 41enne è l'unico incensurato. Neagu è un recidivo: è stato condannato per un tentato furto ad Asti e ha un precedente in Romania sempre per furto. Aurelian Constandache aveva un divieto di ritorno a Venzone e un precedente a Crema per un'inosservanza ai provvedimenti dell'autorità. Ivan in Italia ha invece precedenti per reati contro il patrimonio e resistenza ad Asti, Ancona e Carmagnola.

LE CONTESTAZIONI
Il sostituto procuratore Andrea Del Missier contesta ai quattro indagati cinque furti pluriaggravati. Oltre ai colpi da Pordenone, in provincia di Parma e a Villorba, sono accusati di aver sottratto due furgoni, uno alla Pulitecnica di Pordenone e l'altro alla Massera Targhe di Sala Baganza, usati per andare a rubare motoseghe, attrezzature da giardinaggio e gruppi elettrogeni. Nell'imputazione provvisoria sono contestate le aggravanti della violenza sulle cose, del travisamento, del numero di persone, dell'entità del danno procurato ai negozi e dell'aver agito in orario notturno.
 

Ultimo aggiornamento: 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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