Freddato nel boschetto del park
Oggi l'ultimo saluto ad Alessandro

Venerdì 5 Ottobre 2018 di Cristina Antonutti
L'auto di Alessandro Coltro trovata nel parcheggio del Meta

PORDENONE - Sacile oggi si ferma per l’addio ad Alessandro Coltro, il 48enne di Nave ucciso la sera del 24 settembre in un boschetto ai margini del parcheggio del centro commerciale Meta di Fontanafredda. L’artigiano, socio della Water Service Srl di Chiarano, a Sacile era cresciuto e aveva una solida rete di amicizie nate sui banchi di scuola, nei campi di calcio, nei locali pubblici che frequentava e nell’ambiente venatorio. Sportivo, appassionato di calcio e basket, sapeva farsi voler bene per la sua simpatia e la capacità di socializzare. «Un uomo rispettabile e benvoluto, che amava molto la famiglia e la figlia tredicenne», continuano a ripetere gli amici più cari e che in questi giorni hanno portato conforto alla madre Liviana Mores. Il funerale sarà celebrato nel duomo di Sacile, dove il feretro arriverà alle 15 dalle celle mortuarie dell’ospedale di Pordenone, dove la salma era stata portata per l’esame autoptico.
 
L’attività dei carabinieri, intanto, non conosce soste. Decine di uomini sono impegnati nelle indagini, una lotta contro il tempo per dare al più presto un volto all’autore (o agli autori) dell’omicidio. Le modalità del delitto sono inquietanti per una provincia dove la sicurezza è altissima e la criminalità non regola i suoi conti per strada uccidendo. Quattro colpi sparati mirando alla testa lasciano pensare a un’esecuzione: Coltro, per un motivo che ancora non si riesce a comprendere, non doveva uscire vivo da quel boschetto. È stato attirato in una trappola? Lo hanno fatto scendere dall’auto sotto la minaccia di un’arma? Il fatto che avesse con sè 15 mila euro e che il denaro sia sparito assieme al suo principale telefonino apre agli investigatori molteplici scenari.
La “pista dei soldi” si sta valutando con grande scrupolo. Le testimonianze di alcuni amici sacilesi parlano di proposte di investimento fatte da Coltro nel mese di settembre. Il fatto che l’ingente somma di denaro portata con sè lunedì 24 settembre sia sparita, fa pensare che le persone con cui aveva a che fare fossero senza scrupoli e che lui avesse sottovalutato i suoi interlocutori. Purtroppo la sparizione del telefonino impedisce di leggere i contenuti dei messaggi che Coltro potrebbe aver conservato. Nei tabulati telefonici resta però traccia dei numeri con cui è entrato in contatto. Le celle dislocate sul territorio, inoltre, potranno fornire indicazioni sul luogo in cui Coltro si trovava quando ha ricevuto messaggi o chiamate. Questi dati saranno poi incrociati con ciò che sta emergendo dalla visione delle telecamere acquisite dai carabinieri nel centro commerciale Meta, lungo la Pontebbana e le bretelle d’accesso all’A28. 
Si stanno valutando anche decine di testimonianze.

Si tratta di amici e conoscenti che sono stati sentiti come persone informate sui fatti in caserma. Ognuno ha portato il suo contributo. Alcuni si sono presentati anche spontaneamente convinti di poter dare slancio alle indagini con le loro informazioni. I carabinieri del Nucleo investigativo di Pordenone e del Nucleo operativo di Sacile, a cui fanno riferimento anche le stazioni di Fontanafredda e Sacile, si stanno concentrando sugli spostamenti e sulle frequentazioni di Coltro, anche le meno assidue. Perchè quel lunedì sera, nel boschetto del Meta, non c’è stato un errore di persona.

Ultimo aggiornamento: 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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