Scoperta la fabbrica del falso: 40 indagati, sequestri in tutta Italia

Venerdì 23 Febbraio 2018 di Paola Treppo
La macchina per applicare le griffe
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MONFALCONE (Gorizia) - Scoperta dalle fiamme gialle una vera e propria fabbrica del falso. Al termine di un’articolata indagine di polizia giudiziaria, durata più di un anno, la Compagnia della Guardia di finanza di Monfalcone ha sequestrato, infatti, oltre 1.500 articoli e accessori di abbigliamento con marchi contraffatti che, venduti al valore di mercato, avrebbero fruttato un guadagno illecito di circa 100mila euro. Sono stati sequestrati anche 40 dispositivi di telefonia mobile, tablet e pc usati per la vendita, le 14 carte prepagate impiegate per l’accredito degli importi relativi agli acquisti dei capi e degli accessori contraffatti.
 

 


Da Trieste a Napoli 
L’operazione, "Via della Seta”, è nata da un controllo del territorio, a Monfalcone, quando è stata ispezionata un’auto guidata da una persona residente in provincia di Trieste. Al suo interno sono stati trovati numerosi accessori e capi di abbigliamento con marchi contraffatti, appartenenti a note griffe italiane e internazionali. Gli accertamenti eseguiti di seguito hanno consentito di individuare la persona che aveva venduto la merce all'autista della macchina: si tratta di una persona residente a Grado, la cui abitazione è stata perquisita. All'interno della casa è stata trovata altra merce contraffatta.

Perquisizioni dal Friuli alla Basilicata 
Con intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, le fiamme gialle hanno ricostruito la filiera criminale “a monte”: era composta da persone che operavano nell’hinterland napoletano che producevano e commercializzavano, in tutto il territorio nazionale, questi capi contraffatti. Grazie alle perquisizioni locali e personali fatte in provincia di Napoli e in diverse regioni di Italia (Friuli Venezia Giulia, Campania, Puglia, Sicilia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Basilicata), sono stati sequestravano altri capi e accessori contraffatti. 

La macchina per applicare le griffe
Per la produzione, all’interno di un garage magazzino sito a Napoli, usavano un macchinario “cappa flash”, poi sottoposto a sequestro con i relativi cliché. La macchina era usata per la stampa e all’asciugatura delle griffe da applicare ai capi di abbigliamento. Per la commercializzazione, invece, veniva usato il noto social network Facebook: è qui che venivano pubblicizzati i prodotti e venivano mantenuti i rapporti commerciali con i vari intermediari e clienti finali; la merce veniva spedita con corrieri espressi.

Quaranta indagati
Ad oggi risultano indagate 40 persone per contraffazione, di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e di ricettazione. Per 16 di questi, residenti in Campania, dediti alla produzione e alla prima commercializzazione, l’autorità giudiziaria ha riconosciuto l’ipotesi dell’associazione a delinquere. Per la persona residente a Grado, ritenuta “referente” della compagine criminale e “addetta” alla commercializzazione illecita nella provincia isontina, il Gip di Gorizia ha disposto la misura cautelare in carcere, eseguita nei mesi scorsi dai finanzieri di Monfalcone.

Ultimo aggiornamento: 10:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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