Otto indizi contro Giosuè Ruotolo:
bugie, telecamere e orari

Martedì 13 Ottobre 2015
Otto indizi contro Giosuè Ruotolo: bugie, telecamere e orari
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PORDENONE - Nessuno l’ha visto sparare. E se nell’auto e nel giubbotto non verranno trovate tracce di sangue delle vittime, il processo contro Giosuè Ruotolo resta indiziario. Ecco i nove indizi che hanno portato il carrista del 132° Reggimento carri di Cordenons sul registro degli indagati per duplice omicidio.



1) LUOGO DEL DELITTO. L’agguato a Trifone Ragone e Teresa Costanza avviene tra le 19.40 e le 19.50 del 17 marzo nel parcheggio del palasport, dal lato di via Amendola. I fidanzati sono in auto, una Suzuki Alto. Lei sta per mettere in moto, lui si è appena seduto al suo fianco quando il killer si avvicina e scarica sei colpi di pistola.

Accusa. L’Audi A3 di Giosuè Ruotolo resta 8 minuti nel parcheggio. Si allontana subito dopo il delitto.

Difesa. Ruotolo voleva andare in palestra, ma non c’era parcheggio. Nell’attesa ha ascoltato due canzoni di musica house.



2) LE PALESTRE. A metà gennaio Ruotolo si iscrive alla palestra fitness, dove Ragone si allena agli attrezzi. Per i tesserati l’accesso è libero, non viene registrato.



Accusa. Ha pagato due abbonamenti e dopo il delitto ha cambiato palestra.



Difesa. Non conosceva gli orari della pesistica e non sapeva che Trifone il 17 marzo si stava allenando. Ha cambiato palestra perchè la madre riteneva troppo pericolosa quella del palasport.



3) L'AUTO. Uno dei testimoni che scambia il rumore degli spari per petardi indica un’Audi A3 grigia che si allontana dal parcheggio.



Accusa. La testimonianza trova conferma nelle telecamere, che riprendono un’auto con un fanalino anteriore rotto e altri segni distintivi.



Difesa. Gli orari delle telecamere non sono sincronizzati.



4) IL PERCORSO. L’auto sfugge alle telecamere per 7 minuti. Il buco temporale viene calcolato visionando le riprese di due impianti: quello davanti al Kennedy e quello all’incrocio di via San Quirino. L’auto può essersi fermata solo nel parcheggio dell’auditorium.



Accusa. I 7 minuti sono compatibili con una camminata dal parcheggio dell’auditorium Concordia fino al laghetto e ritorno

.

Difesa. Va nel parco per fare jogging, ma fa freddo e dopo 4 minuti torna a casa.



5) IL LAGHETTO. I sommozzatori scandagliano il fondale. Ripescano prima il caricatore, poi il resto della Beretta. Le prove di sparo confermano che è l’arma del delitto.



Accusa. Il killer attraversa il parco e getta l’arma nel laghetto.



Difesa. Ruotolo non arriva fino al laghetto, ma si ferma prima della casetta di legno usata come toilette.



6) LA PISTOLA. È una semiautomatica 7,65 della Beretta, brevetto 1915/19, venduta a un’armeria di Cremona nel 1922.



Accusa. È l'arma che ha ucciso i fidanzati ed è stata riverniciata di nero. A Somma Vesuviana vengono sequestrati al padre e al nonno due fucili da caccia, una pistola, molte munizioni e un barattolo di vernice.



Difesa. Ruotolo non ha porto d’armi, non ha mai avuto pistole e in caserma si occupa di computer....







Ultimo aggiornamento: 12:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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