Coronavirus, l'allarme dei Comuni: mancano le indicazioni per "scovare" i contagi dall'Est

Venerdì 24 Luglio 2020 di Redazione
Il tracciamento mostra qualche lacuna
PORDENONE - La partenza è stata a razzo: dopo le prime avvisaglie di un (lievissimo) ritorno del contagio dall’Est Europa, la Regione si è mossa. Lo ha fatto cercando di fare sistema, cioè contattando le realtà territoriali più significative del Friuli Venezia Giulia e impartendo direttive generiche sulla gestione del momento. C’è stata anche una riunione in videoconferenza: da una parte il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi; dall’altra i sindaci dei Comuni più popolosi del Friuli Occidentale. È stato varato un metodo per provare a controllare tutti i cittadini residenti in provincia rientrati dopo viaggi o vacanze nei Paesi a rischio epidemiologico. Poi, però, qualcosa si è inceppato, perché se si esclude il Comune capoluogo, negli altri centri più importanti della provincia non sono più arrivate le “linee guida” da girare poi ai singoli cittadini per evitare il rischio del contagio. La testimonianza arriva da cittadine come Sacile, Cordenons, Porcia. Ma la situazione è simile anche negli altri Comuni. 
IL NODO
«Da parte nostra - ha spiegato ad esempio il sindaco di Cordenons, Andrea Delle Vedove - abbiamo immediatamente provveduto alla ricognizione dei cittadini legati in qualche modo all’area dei Balcani oppure provenienti da Paesi a rischio dell’Asia. Abbiamo a disposizione una lista di una trentina di persone, che ci è stata fornita dai servizi sociali». Lo stesso hanno fatto i sindaci degli altri Comuni: Carlo Spagnol a Sacile, Marco Sartini a Porcia e via dicendo. Il problema è che l’operazione si è fermata lì, a una lista di nomi. «Dalla Regione - spiegano i tre sindaci - non è arrivato niente altro. Ci mancano ancora le linee guida, che contengono anche le indicazioni di sicurezza da impartire proprio ai cittadini oggetto del controllo sanitario». Si parla ad esempio delle norme sull’igiene personale, ma anche delle indicazioni sulla quarantena obbligatoria per chi è tornato di recente da Stati considerati privi di un vero controllo sull’avanzamento dell’epidemia. «Stiamo aspettando il materiale dalla Regione», ha confermato Delle Vedove. Il punto è che la videoconferenza tra i vertici regionali e i sindaci portava la data del 7 luglio, e di giorni ne sono passati più di venti. Ora la preoccupazione è relativa al tempo trascorso tra gli “ordini” della Regione e l’effettiva messa in pratica dell’operazione. 
Ultimo aggiornamento: 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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