Il vaso che purifica l'aria: un'idea che vale 900mila dollari

Venerdì 8 Giugno 2018 di Lorenzo Padovan
Il vaso che purifica l'aria: un'idea che vale 900mila dollari
2
SPILIMBERGO - Partita da una tesi di laurea, conquista il mercato e raccoglie in 45 giorni oltre 900 mila dollari su Kickstarter, la piattaforma mondiale di crowdfunding che dal 2009 aiuta i progetti innovativi a diventare realtà. La startup in questione è Clairy ed è stata fondata da tre giovani imprenditori che hanno inventato un vaso intelligente per purificare l'aria. Natede, questo il nome del vaso del futuro, è stato ordinato da 5.000 persone in 50 paesi del mondo, posizionandosi come «il progetto anti-inquinamento - spiega una nota - più redditizio di sempre sulla piattaforma Kickstarter». Clairy ha dato vita a una soluzione tecnologica e di design che proietta nel futuro il concetto di vaso per piante per abbattere l'inquinamento indoor e controllare l'aria che respiriamo direttamente da uno smartphone. Alcuni esperimenti e stress test condotti dall'Università di Firenze «hanno  dimostrato - si legge nella nota - che Natede elimina fino al 93% dei composti organici volatili e fino al 99% di virus e batteri in 9 ore in una stanza di circa 36 metri quadri». Il purificatore d'aria è inoltre dotato di sensori avanzati che monitorano i livelli di inquinanti, la temperatura e l'umidità. Le potenzialità del progetto sono già state riconosciute dall'Unione europea, che ha stanziato 2 milioni di euro, attraverso il veicolo Horizon2020 Sme. L'azienda, dall'anima fortemente green, si è impegnata a piantare 10 alberi per ogni Natede venduto. Il che significa una donazione di 50.000 alberi, sulla base dei soli preordini. Ma chi sono e da dove vengono i tre ragazzi? Si tratta di Alessio D'Andrea (di San Giorgio della Richinvelda), Vincenzo Vitiello (Toscolano Maderno, Brescia) e Paolo Ganis (Camino al Tagliamento). «Clairy nasce dalla nostra tesi al Politecnico di Milano - spiegano - all'idea delle piante per purificare gli ambienti domestici abbiamo poi aggiunto una componente tecnologica sofisticata». I ragazzi sono stati contattati da uno dei più grandi incubatori d'impresa, Plug and Play Ventures, e selezionati per un percorso di tre mesi di accelerazione in Silicon Valley. Subito dopo hanno lanciato una campagna di crowfounding su Kickstarter. «Abbiamo completato in Italia l'industrializzazione del prodotto e selezionato i fornitori - aggiungono - Sono tutti del Triveneto: i vasi in ceramica di Nove di Vicenza, l'elettronica di Conegliano e il resto tra Pordenone e Sacile, infine l'assemblaggio a Fiume Veneto. Oggi esportiamo Clairy per il 70% negli Stati Uniti, ma anche in Nord Europa, Singapore e sud-est asiatico».
Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci