«Affittasi appartamento ma niente immigrati, solo famiglie italiane»

Sabato 4 Agosto 2018 di Marco Agrusti
«Affittasi appartamento ma niente immigrati, solo famiglie italiane»
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PORDENONE - Il gioco è semplice, solo che purtroppo in questo caso si tratta di tutto tranne che di un gioco. È invece una full-immersion nel mondo della discriminazione sommersa, quella che non può essere urlata con un cartello oppure inserita nelle politiche aziendali di una compagnia. È invece più subdola, e la si scopre solamente toccandola con mano, ricoprendo due ruoli diversi mentre si pone alla stessa persona la medesima domanda. Il caso riguarda gli appartamenti in affitto a Pordenone e dintorni, e nello specifico ci si riferisce al comportamento diametralmente opposto a cui ci si trova di fronte se ci si rivolge ad alcune agenzie immobiliari del territorio. In poche parole, esistono abitazioni che possono essere affittate solamente agli italiani. Anzi, meglio correggere il tiro: l'importante è non essere stranieri, magari provenienti dai Paesi dell'Africa o da Pakistan e Afghanistan.

DOMANDE E RISPOSTE Tutto inizia con una telefonata. «Buongiorno, chiamo per conto di un cittadino pakistano che vorrebbe un appartamento in affitto». Non si parla di cifre, né di metratura degli spazi, ancora meno della durata del contratto, che subito arriva l'altolà. «La devo fermare - è la risposta che si riceve da più di un'agenzia immobiliare del territorio - perché i proprietari ci chiedono di non affittare i loro appartamenti agli immigrati». Logico, a quel punto, chiedere una spiegazione più approfondita. «Molti - ecco la risposta più comune - non si fidano del rispetto del pagamento del canone di locazione. Spesso gli immigrati svolgono lavori precari e a tempo determinato». Già, come se gli italiani invece di questi tempi potessero godere tutti del posto fisso. C'è anche chi si spinge oltre e aggiunge altre motivazioni comunicate dai proprietari degli immobili: «Hanno paura che l'inquilino disturbi o crei problemi agli altri condomini che ci vivranno a fianco», fanno sapere in una seconda agenzia immobiliare del centro di Pordenone. All'affissione del cartello non si affitta agli immigrati, insomma, manca tanto così.
 
La differenza la fa una sottile linea rossa che separa la legalità dall'illegalità.
Ma la discriminazione esiste. È vero, qualche casa per tutti la si trova, ma bisogna cercarla a lungo, perché sono notevolmente di più i proprietari recalcitranti all'idea di ospitare un immigrato. IL TEST E se invece la domanda cambia tono? Se invece di un immigrato a chiedere un affitto è un italiano? Tutto cambia, radicalmente. «Certamente, che appartamento sta cercando?», è la risposta ovvia (apparentemente) che si riceve dall'agenzia immobiliare interpellata. In poche parole, semaforo verde, basta cambiare l'ordine dei fattori, e il risultato sì che si modifica. Ecco allora che la verità viene a galla. La selezione in base alla razza esiste eccome, corre sotto il livello del suolo come un serpente che si nasconde per non farsi individuare, ma basta poco per stanarla. I PRECEDENTI Era il 2013, e sul Gazzettino si leggeva la polemica scatenata dall'allora candidato sindaco di Porcia, Barbara Ababio. Palermitana di nascita ma di origini ghanesi, si rivolse ad un'agenzia immobiliare per acquistare un appartamento nella zona del paese di cui voleva diventare primo cittadino. Niente da fare, anche quella volta fu porta in faccia e tanti saluti, per gli stessi motivi elencati poco fa. Poi ci fu il caso relativo alla ditta di pulizie che sempre a Porcia fu protagonista dell'affissione di un cartello che recitava più o meno così: «Si cercano addetti alle pulizie di nazionalità italiana». Gli stranieri, dissero allora i responsabili dell'azienda, non erano considerati affidabili. Infine gli insulti riservati dal popolo del web al giovane senegalese annegato pochi giorni fa nel torrente Cornappo, in provincia di Udine. Marco Agrusti
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