Bimba dimessa per tre volte: uccisa da un'emorragia intestinale

Giovedì 27 Dicembre 2018 di Cristina Antonutti
Bimba dimessa per tre volte: uccisa da un'emorragia intestinale
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PORDENONE - «Un bambino in Africa non muore così...». Sono le amare parole di Joseph Gyamfi, il padre della piccola Leticia, la bimba di 10 mesi morta all'ospedale di Padova la notte del 13 dicembre. I genitori sono di origine ghanese. Lui è in Italia da 13 anni, la moglie da otto. Vivono in una palazzina di Cordenons, alle porte di Pordenone, e hanno altre due figlie di 6 e 3 anni a cui è difficile spiegare perché la sorellina non è tornata più a casa. Leticia, nata il 9 febbraio scorso, l'avevano portata tre volte al pronto soccorso pediatrico dell'ospedale di Pordenone. Aveva vomito e dissenteria. Per tre volte li avevano rimandati a casa. 
«Ci ripetevano non è niente, non è grave, passa... - racconta il padre - Leticia continuava a soffrire, piangeva, eravamo preoccupati. Le medicine non le facevano niente. Tutto quello che mangiava lo vomitava, l'unica soluzione era darle acqua, idratarla». 

La vittima, Leticia Gyamsi, era figlia di una coppia ghanese che risiede nell'hinterland del capoluogo del Friuli occidentale.

Il papà non sa ancora che l'autopsia eseguita la vigilia di Natale dal medico legale Antonello Cirnelli ha evidenziato che la piccola aveva un'emorragia intestinale: sarebbe morta dissanguata. Tra 90 giorni si potranno conoscere le conclusioni dell'anatomo patologo, che dovrà precisare cause del decesso, eventuali concause, se il tragico decorso dell'enterite fosse prevedibile e, soprattutto, se la lesione intestinale emersa durante l'autopsia fosse diagnosticabile. A segnalare il caso alla Procura di Padova era stata la direzione sanitaria dell'Azienda ospedaliera padovana. Una volta valutate le cartelle cliniche, il pm Marco Brusegan ha iscritto sul registro degli indagati tre pediatri friulani - i due medici ospedalieri Marika Manfrida e Giulia Ventura, oltre al pediatra di famiglia Sergio Masotti - per l'ipotesi di omicidio colposo.

Joseph Gyamfi ripercorre con lucidità quei due giorni di paura cominciati l'11 dicembre. Il pediatra di famiglia si era raccomandato di portare la bambina all'ospedale nel caso dolori, vomito e diarrea non fossero cessati. E così i genitori hanno fatto. «Non riusciamo a capire perchè ci mandavano a casa - spiega il padre - Ma adesso vogliamo sapere, non è giusto, i medici devono prendere le cose sul serio quando c'è un bambino che sta male. Ci hanno trattato come se Leticia avesse qualcosa di poco conto, mia moglie piangeva, loro ripetevano che non era nulla di grave, che non aveva febbre e io a un certo punto ho anche pensato che ci dicessero così perché siamo di colore. E adesso siamo qui, a Natale, senza Leticia, siamo a qui a piangere».

CONDIZIONI DISPERATE
Gyamfi e la moglie si sono rivolti nuovamente all'ospedale il 12 dicembre. Per la quarta volta. Erano le 19. Leticia era in condizioni disperate. «Il suo cuore si è fermato due volte. La prima volta mezzora, poi venti minuti. Da lì hanno capito che era una cosa seria e si sono presi cura della bambina - precisa il genitore -. Hanno deciso di portarla a Padova con l'elisoccorso, invece poi alle 23.30 è partita un'ambulanza, noi dietro, in macchina... l'abbiamo persa di vista perché correva troppo». Non è stato possibile trasportare la bimba in elicottero perché in caso di arresto cardiaco non sarebbe stato possibile avviare le manovre di rianimazione. «All'una di notte eravamo a Padova - prosegue il papà - Un medico ci ha spiegato che la situazione era grave, siamo rimasti lì fino alle 3.30... poi lei è andata».

Per tre volte i medici hanno tentato di rianimarla. «La quarta volta siamo stati noi a chiedere di tentare.

Hanno provato, provato, provato, provato... ma il cuore si era fermato - racconta Joseph Gyamfi -. Adesso mi chiedo perchè la bambina non è stata tenuta in ospedale subito? Nessuna bambina deve soffrire così, nessuna famiglia deve soffrire così. Evitiamo che succeda, per un bambino l'attenzione va raddoppiata».

Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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