Bar chiuso dal Questore per brutti giri, il titolare non ci sta: «Non posso sapere chi è pregiudicato»

Sulla vetrata del Commercio appare una lettera che contesta il motivo della sospensione. "Presidio con 2 agenti anziché punire chi non ha colpe"

Venerdì 8 Marzo 2024 di Loris Del Frate
Bar chiuso dal Questore per brutti giri, il titolare non ci sta: «Non posso sapere chi è pregiudicato»

PORDENONE - Non ci sta. Ma con lei ci sono gran parte dei gestori stranieri di locali in piazza Risorgimento, considerata ancora uno dei siti a rischio. A far traboccare la classica goccia dal vaso è stata l'ultima chiusura che il questore, Giuseppe Solimene, ha inferto al bar Commercio. Motivazione della chiusura di 30 giorni la presenza tra gli avventori di troppi pregiudicati. Un luogo, quello in cui si trova il bar gestito da Wen Li, piazzato in una zona strategica della città sul fronte della sicurezza. Da qui la decisione di dare un segnale con una chiusura che segue altre due, una nel 2018 e l'altra nel 2021. Questa volta, però, scatta la protesta per un procedimento percepito come altamente ingiusto.

E il dissenso è stato manifestato con un grande e lungo messaggio scritto e appeso all'interno del locale. Poco distante dall'informativa che comunica la chiusura del bar Commercio per motivi di sicurezza. Il messaggio è duro e in alcuni tratti sfiora pure la possibile interpretazione che troppo spesso vengano chiusi bar solo agli stranieri. Insomma, un odore di razzismo.


IL MESSAGGIO
Il foglio, ben visibile, è scritto in un italiano scorrevole e decisamente buono, segno che è stato compilato da chi conosce perfettamente la lingua. Il foglio, come detto molto grande, è leggibile da chiunque transiti in quella zona e contesta come primo punto, il motivo della chiusura del locale. «Il questore - si legge - ha chiuso questo bar perché a suo dire era frequentato da persone straniere pregiudicate. In questa zona di Pordenone, come in tutte le città del mondo, c'è una presenza di cittadini stranieri e di attività gestite dai medesimi. C'è stato in passato in questa piazza, qualche schiamazzo notturno, qualche baruffa e qualche episodio spiacevole. Ma da tempo, da quando anche questo bar chiude alle 20.30 e si è munito di telecamere, non si sono più verificate situazioni pericolose. In questo bar ci sono anche tanti cittadini italiani, pensionati. Il gestore di un bar non è un poliziotto e non può sapere se un cliente ha in vita sua compiuto qualche reato. Il gestore deve avere un atteggiamento professionale e chiamare subito le forze dell'ordine nel caso in cui qualche cliente non rispetti l'ordine pubblico o dia fastidio ad altre persone».


LE COLPE
Il documento va avanti. «In questo caso la signora cinese che gestisce il locale non ha alcuna colpa. Infatti all'interno e all'esterno del bar non è accaduto nulla. Se durante il controllo della polizia c'erano dei clienti stranieri pregiudicati, in ogni caso questi "presunti pregiudicati, sconosciuti al gestore del bar, stavano consumando tranquillamente le loro bevande. Tutto era tranquillo. Cosa c'è, dunque, che ha disturbato o turbato il questore di Pordenone visto che non era accaduto nulla? Se tutti i questori in Italia agissero in questo modo, allora avremmo centinaia di bar chiusi in tutta Italia e in particolare al Sud e nelle periferie delle grandi città e nei paesi ad alta densità mafiosa. Ma i mafiosi italiani non sono stranieri? È questo uno dei motivi della chiusura del bar? Il problema sono gli stranieri? Condomini con pensieri razzisti che chiamano quotidianamente la polizia?»


LA PROPOSTA
«È compito del questore di Pordenone garantire la sicurezza in questa piazza e la sicurezza viene garantita con la presenza delle forze dell'ordine. Ci sono tanti negozi sfitti che non costerebbero più di 300 euro al mese di affitto. La polizia o i vigili urbani affittino un negozio e attivino un presidio fisso con due agenti costantemente presenti. È difficile? O forse il questore pensa sia più facile chiudere i bar colpevolizzando chi non ha alcuna responsabilità? Ci sono pregiudicati stranieri che frequentano stabilmente la piazza e queste zone? Sono pericolosi? Perché non vengono allontanati? Perché non gli viene revocato a questi pregiudicati il permesso di soggiorno e non vengono rimandati nel loro Paese di origine?»


ODORE DI RAZZISMO
Dure e forti anche le ultime righe del manifesto. «È per questi motivi che la chiusura di questo bar gestito da uno straniero incolpevole è una scelta sbagliata che deste più di qualche dubbio su questa chiusura e ingenera tra i nostri cittadini stranieri pensieri giustificati se si è voluto chiudere un bar solo perché è gestito da una cinese. Sarebbe un fatto gravissimo. Questo quartiere di piazza Risorgimento sarebbe un luogo pericoloso e commercialmente desertificato senza i nostri cittadini stranieri operosi ed onesti, che hanno messo in piedi tante attività commerciali. A loro tutti un grazie».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci