Arcigay in cattedra, genitori in rivolta: «Non mandiamo i figli a scuola»

Giovedì 21 Febbraio 2019
Arcigay in cattedra, genitori in rivolta: «Non mandiamo i figli a scuola»
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PORDENONE - L'ideologia Gender torna sulla scena. Chi organizza gli incontri nelle scuole ne contesta addirittura la stessa esistenza, mentre chi la combatte la vede come il demone da sconfiggere. In mezzo ci sono le carte del piano dell'offerta formativa della scuola media Lozer di Torre di Pordenone, che anche quest'anno sanciscono il varo del progetto A scuola per conoscerci, un piano di lotta al bullismo omofobico patrocinato da Arcigay. Le lezioni inizieranno a breve, e stavolta alcuni genitori hanno deciso di prendere una posizione netta: lasceranno a casa i propri figli, i quali non entrerenno in classe durante le ore che l'Istituto comprensivo ha deciso di dedicare al progetto di inclusione sociale.  A prendere la parola sono alcuni padri e alcune madri che fanno parte del comitato genitori.
Il piano è stato approvato sia dal collegio docenti che dal consiglio d'istituto, ma a bocce ferme c'è chi si dimostra contrario all'entrata in classe degli educatori. «In classe - ha riferito una referente del comitato che raggruppa alcuni genitori della Lozer di Torre - si parla apertamente di ideologia transgender e di cambio di sesso
».
 

«Il progetto che si vuole far passare come normale è ambiguo e soprattutto non adatto a ragazzi e ragazze di terza media». La polemica non nasce oggi. Anni fa, a Cordenons, fu addirittura la parrocchia a prendere apertamente posizione e a schierarsi contro il progetto finanziato dalla Regione anche all'Istituto comprensivo del paese. Oggi la storia si ripete, ma è la protesta a fare un deciso salto di qualità. Non si parla più di una generica contrarietà all'iniziativa, ma della precisa volontà di non far partecipare alcuni alunni alle lezioni. «Abbiamo notato - fanno notare dei genitori - che le ore dedicate al progetto in questione sono state inserite a cavallo della ricreazione, quindi sarà impossibile evitare che i ragazzi a quel punto saltino tutta la giornata di scuola. Siamo pronti a una protesta esemplare, per ribadire una volta di più la nostra contrarietà all'insegnamento di certe teorie durante l'anno scolastico». I PARTICOLARI Il progetto A scuola per conoscersi ha innanzitutto un obiettivo primario: eliminare e comunque combattere il fenomeno del bullismo omofobico. Sono sempre di più i giovani che a causa del proprio orientamento sessuale sono derisi o peggio dai compagni di classe, e spesso la causa si rintraccia nelle diverse preferenze sessuali. Per questo la Regione (si parla in questo caso ancora della giunta guidata da Debora Serracchiani) a suo tempo aveva finanziato un progetto da promuovere nelle scuole. All'iniziativa aveva partecipato anche Arcigay Fvg. Il ciclo di lezioni serve ad infondere nei giovani la convinzione che il diverso non è necessariamente un nemico, ma solamente una faccia della stessa realtà quotidiana. Sin dalle prime battute, però, il progetto A scuola per conoscersi ha incontrato la ferma opposizione di associazioni di stampo cattolico, partiti legati alla tradizione e al dogma della famiglia naturale, ma com'è accaduto a Cordenons anche di alcune parrocchie. Ora il problema è tornato attuale alla Lozer di Torre, quartiere a nord di Pordenone. Il progetto partirà a breve e prevederà la presenza in aula degli insegnanti ordinari. Una rassicurazione che però non è bastata ad alcuni genitori, i quali sono pronti ad alzare le barricate e a portare il livello della protesta ad un punto mai visto prima in provincia. La minaccia di tenere i propri figli lontani dai banchi, infatti, significa affrontare di petto le scelte dell'IsÊtituto comprensivo di Torre, inaugurando allo stesso tempo una nuova fase della lotta contro le teorie inclusive e l'ideologia denominata gender. Marco Agrusti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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