Animalisti contro i ristoratori: «Niente agnello in tavola, #luinonresuscita»

Mercoledì 12 Aprile 2017 di Marco Agrusti
Animalisti contro i ristoratori: «Niente agnello in tavola, #luinonresuscita»
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PORDENONE - L'immagine è forte: un agnello con tre delle quattro zampe legate trasportato a testa in giù da un macellaio che brandisce un coltello da lavoro. A fianco una frase: "Immolato per il sacro business" e infine un hashtag che recita #luinonresuscita, con un chiaro riferimento al dogma della resurrezione di Cristo.

Il volantino choc


È partito così, con un volantino d'impatto diviso tra gli slogan e l'immagine cruda, l'attacco degli animalisti pordenonesi alle tradizioni pasquali. L'associazione presieduta da Daniela Galeota ha scelto la guerriglia marketing per cavalcare la battaglia locale contro il consumo dell'agnello, pietanza tipica di Pasqua che da anni divide il mondo animalista (non necessariamente vegano o vegetariano) dal resto della popolazione che invece farà spazio in tavola alla tradizione. I volantini, stampati in questi giorni, sono attualmente in distribuzione.

La provocazione punta dritta al cuore di quello che secondo i difensori della vita animale è il problema principale: il mondo della ristorazione. Le prime reazioni sono pressoché unanimi: l'agnello non si tocca, è la tradizione. Ma c'è chi sceglie la linea dura. E' il caso, ma è solo un esempio, dei titolari del ristorante Alle Grazie di Pordenone. Nel menù pasquale ci sono gli gnocchi con ragù di agnello, e non sarà un volantino a farli sparire. «Anzi - tuonano i titolari - gli animalisti non vengano nemmeno a portarci lo slogan. Non li faremo nemmeno entrare». 


 

Ultimo aggiornamento: 13:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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