Amore nato sui pedali, il fatidico Sì e Luna di miele in bici fino a Londra

Mercoledì 25 Luglio 2018 di Clelia Delponte
Amore nato sui pedali, il fatidico Sì e Luna di miele in bici fino a Londra
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PORDENONE Un amore nato sui pedali, che suggella 25 anni di convivenza con matrimonio e viaggio di nozze in bicicletta. È una storia che non passa inosservata, quella di Francesca Giannelli, che ieri è partita per il suo viaggio di nozze assieme a Massimo Scussat sul percorso Budoia - Parigi Londra. Ad accompagnarli, fino a Conegliano, nella prima tappa (Bassano del Grappa), anche una delegazione di Aruotalibera. Poi rimarranno soli ad affrontare 1700 km suddivisi in circa 90 km al giorno. Dopo Bassano del Grappa percorreranno la ciclabile della Valsugana, poi la ciclabile della Val Venosta, arriveranno al Lago di Costanza da dove prenderanno la ciclabile lungo il Reno. In Francia attraverseranno la Borgogna e la Champagne per arrivare a Parigi, da dove parte la ciclabile fino a Londra. Il volo del rientro in Italia è fissato per il 19 agosto. Un viaggio impegnativo, ma Francesca e Massimo sono ben allenati. Da diversi anni fanno le vacanze in bicicletta, inoltre Francesca tutti i giorni va al lavoro in bici da Budoia a Pordenone.

Galeotta fu la bicicletta. «Il nostro primo appuntamento racconta fu per....
 
andare ad acquistare una bicicletta. Il primo viaggio insieme fu nel 1990 sulla ciclabile del Danubio, cui sono seguiti altri, sempre sul Danubio, sulla lago di Costanza, lungo la Drava (coi bambini piccoli nel carrellino) e l'ultimo, la scorsa estate, da Sankt Moritz lungo la Val Venosta, la Val d'Adige, la Val d'Isarco, la Val Pusteria, la Drava fino a Villach e rientro a Budoia lungo l'Alpe Adria». Viaggio di nozze sui pedali, ma non avete abbandonato la bicicletta nemmeno per il matrimonio, che arriva dopo 25 anni di convivenza. «Il matrimonio ci è apparso come il modo migliore per festeggiare i 25 anni di convivenza. Per il mio abito da sposa ho scelto un vecchio tailleur bianco anni Sessanta di mia mamma, che ho riadattato. In municipio mi ha portato sulla canna della bicicletta mio figlio, al ritorno a casa ci ha pensato mio marito, con tanto di corsa di barattoli». Anche la bicicletta del matrimonio era speciale. «Sì, il regalo di nozze di mio fratello Mauro. Era la bicicletta di mio padre. Una Bianchi con la quale nel dopoguerra partì da Cecchini di Pasiano per andare a Bari a cercare suo fratello Angelo (il celebre pittore) per avvisarlo della morte del padre». Ma come è nato questo tuo amore per la bicicletta? «A 4 anni tentando di imparare un freno mi si conficcò nella coscia, per cui posso dire che la bicicletta mi è entrata dentro. Per un paio di anni la lasciai da parte, ma poi non l'ho più abbandonata». Da 5 anni vai al lavoro tutti i giorni in bicicletta, con qualsiasi tempo, partendo da Budoia e arrivando a Pordenone. Cosa ha fatto scattare la molla di un'abitudine così radicale? «Per tanti motivi. Si risparmia, non si inquina e non si spendono soldi per la palestra. Utilizzo un abbigliamento tecnico e in ufficio mi rinfresco e mi cambio. Sono circa 18 km, ma a volte parto un po' prima e così allungo fino a 40/50 km. Mi sveglio tra le 5 e mezza e le sei. Prima delle 8 sono già in ufficio. Ho studiato un percorso di strade alternative, per evitare il traffico». Buio e pioggia non ti spaventano? «Sono ben attrezzata. Ho studiato luci e giubbino in modo da essere il più visibile possibile. Ho un abbigliamento tecnico anti pioggia, ma quando piove tantissimo non sempre è sufficiente. Quindi... semplicemente mi bagno. E poi mi cambio. Una mattino d'inverno sono partita a - 13°. Si può fare. È molto salutare, si sviluppano resistenza e anticorpi. Raramente mi viene un raffreddore. Ora sto progettando un abbigliamento anche più bello. Mi diletto di cucito e ho trovato un modello di abito carino e comodo che realizzerò in cotone elastico. Chissà, potrei lanciare una nuova linea di abbigliamento femminile per bicicletta». La bicicletta ti accompagna anche nel tempo libero? «Certo. Quando mio marito lavora nel fine settimana faccio tanti giri in zona da sola. A gennaio sono andata a trovare mio figlio a Padova dove studia all'università, oppure vado da mia sorella a Udine». Quante bicicletta hai? «Al lavoro vado con una vecchia Bianchi da corsa anni Settanta riadattata, per i viaggi utilizzo un modello ibrido della Scott e l'estate scorsa ho comperato una bicicletta da corsa. E ora ho anche la bicicletta di mio padre. La bicicletta è come una droga, quando cominci non smetti più». Come ci si sente? «Al mattino quando parto per il lavoro è come andare in vacanza; mi sveglia e mi dà la carica. E piacevole osservare il paesaggio». Che potenzialità hanno le zone della pedemontana pordenonese dal punto di vista cicloturistico? «Tantissime, come tutto il Friuli Venezia Giulia, ma ci sono pochi servizi per i ciclisti e la segnaletica non è precisa. Ora, grazie a fondi europei, sta partendo il Cammino di san Cristoforo: è un passo avanti. Anche promuovere gli spostamenti casa lavoro in bicicletta è importante. In questo senso esiste un bel progetto del Cro di Aviano, ma è necessario aumentare la sicurezza con l'estensione delle ciclabili». Buon viaggio di nozze intanto! «Grazie, un saluto a tutti dalla ciclobibliotecaria, chi vuole, può seguirci sul blog che ho aperto per l'occasione, Budoiaparislondon.wordpress.com».
 
Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 15:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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