L'allarme: cinghiali, volpi, nutrie e cimici devastano i raccolti

Lunedì 11 Giugno 2018 di Alberto Comisso
L'allarme: cinghiali, volpi, nutrie e cimici devastano i raccolti
PORDENONE - Cinghiali, cervi, caprioli, nutrie, lupi, piccioni e cani inselvatichiti. E ancora cimici asiatiche, volpi e beccacce. La lista delle specie più dannose per l'agricoltura è lunga, così come è lunga la lista degli agricoltori che chiede, attraverso le principali associazioni di categoria, interventi risolutivi e non solamente preventivi. La Destra Tagliamento, da Montereale Valcellina ad Aviano, da Polcenico a Morsano al Tagliamento, continua a essere bersaglio di ungulati, nutrie e volatili. E, come se non bastasse, da qualche anno a questa parte si sono messe pure le cimici asiatiche ad attaccare soprattutto i frutteti, provocando scarsi raccolti e frutti deformi. I primi ad essere danneggiati sono stati gli alberi di ciliegio. Provare a quantificare i danni provocati all'agricoltura non è facile. «Non esistono dati ufficiali tiene a precisare Davide Vignandel, direttore della Confederazione italiana  agricoltori di Pordenone ma soltanto le richieste di ristoro danni che i nostri associati continuano a farci pervenire. Sono disperati anche perché, sempre più spesso, nel giro di pochi giorni, se non di ore, vedono completamente distrutto il lavoro di mesi.

Temo che questo 2018 non sarà migliore rispetto alle annate precedenti e temo, allo stesso tempo, che i danni, svincolati dal maltempo, si attesteranno su qualche centinaio di migliaia di euro». Quello degli animali selvatici - ricorda Vignandel - è un problema che esiste da tempo nel Friuli Occidentale e che si sta sempre più diffondendo a macchia di leopardo. «Appena qualche giorno fa - ricorda - i cinghiali sono stati avvistati anche a Cordenons. Per non parlare poi di quelli che stanno popolando ormai da tempo la zona della bassa pordenonese. Gli ungulati, così come i volatili, sono sempre più alla ricerca di cibo. Da qui la spiegazione di come attacchino ripetutamente le colture appena germogliate come, per esempio, il mais e la soia».

Alla Cia di Pordenone sono diversi, ogni giorno, gli agricoltori che arrivano segnalando danni e problemi di natura varia. Anche se, come ha evidenziato Vignandel, qualcuno, ormai rassegnato dal fatto che il ristoro dalla Regione arriverà (forse) con il contagocce, non denuncia nemmeno più. Preferisce rimboccarsi le maniche e, a testa bassa, ricominciare da zero. «I vari problemi sostiene lo stesso direttore della Confederazione agricoltori sono a monte e se si continua soltanto a limitarli temo che la situazione sia destinata a peggiorare, con enormi ricadute economiche sul settore primario. La Regione deve sì mettere in campo azioni preventive ma soprattutto deve pensare ad azioni risolutive. Ecco perché stiamo chiedendo con insistenza un tavolo con l'assessore Stefano Zannier in modo da coinvolgere agricoltori e cacciatori. Noi abbiamo tutta una serie di proposte: dalle sterilizzazioni alle catture in deroga, dagli abbattimenti al contenimento della fauna selvatica. Resta soltanto da capire quali sono i margini di manovra. Certo è che non si può più aspettare: i termini sono abbondantemente scaduti».

La sicurezza nelle aree rurali e nelle periferie dei centri urbani è in pericolo per il proliferare della fauna selvatica, con un'invasione che rappresenta un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali cagionano danni notevoli. «Non ho cifre esatte sottomano sostiene Vignandel ma, facendo dei calcoli a spanne, non sbaglio se parlo di centinaia di migliaia di euro». Non ci sono soltanto i cinghiali a fare paura. Per l'agricoltura i guai arrivano anche da cervi, corvi ed altri uccelli. Senza dimenticare la cimice asiatica, un nemico tanto nuovo quanto pericoloso.
Alberto Comisso
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