Ex dipendenti riassunti e investimento da milioni di euro. Acqua Pradis rivive con l'imprenditore Bruno Zago

Sabato 13 Maggio 2023
Acqua Pradis, la rinascita

CLAUZETTO (PORDENONE) - Sugli scaffali dei supermercati sta per tornare il marchio Acqua Pradis. L'impianto di Clauzetto, chiuso da quasi tre anni, dal 1. giugno sarà di nuovo in funzione. A scommettere sulla sorgente del monte Dagn, con un investimento iniziale di 2 milioni e mezzo di euro, è l'imprenditore trevigiano Bruno Zago, fondatore di Pro Gest Spa, uno tra i più importanti gruppi cartieri italiani.


Presidente Zago, con quali modalità subentra all'ex Dalus?
«Ridiamo vita all'Acqua Pradis attraverso la costituzione di una società che andrà avanti fino al giorno della chiusura del concordato aperto in Tribunale a Roma.

Subentriamo attraverso un contratto d'affitto che avrà una durata di sei mesi, dopodiché mi accollerò la parte da pagare e chiudo la partita: l'azienda resta nostra e Acqua Pradis potrà avere nuovi mercati».


Quali investimenti farete?
«La struttura è decrepita e la macchina che serve per l'imbottigliamento era disastrata, impossibile da ripristinare. Stiamo lavorando, si riparte con una struttura completamente rinnovata. Lo stesso immobile aveva bisogno di essere sottoposto a diverse manutenzioni. C'erano anche delle infiltrazioni, lo abbiamo rimesso in sesto».


L'investimento a quanto ammonta?
«Si procede a piccoli passi, bisogna sempre considerare che se realizzeremo il capannone nuovo la cifra sarà ben diversa. La somma iniziale è di 2 milioni e mezzo per impianti e lavori. Avremmo un altro milione e mezzo quando utilizzeremo le bottiglie di vetro, a cui si aggiungono 2 milioni e mezzo per il nuovo capannone, ma quest'ultimo progetto potrà essere definito soltanto quando avremo l'autorizzazione - che speriamo di ottenere a breve - da Comune e Regione. Il capannone serve a ridurre i costi, è importante per noi avere il magazzino a Clauzetto».


Quando sarete pronti?
«Il 1. giugno riempiremo d'acqua con la prima bottiglia».


Avete altri lavori in cantiere?
«In questi giorni stiamo lavorando anche alla risistemazione del terreno, perché il nostro obiettivo è quello di realizzare un nuovo capannone di circa 3mila metri quadrati. Quello attuale è molto piccolo e noi al più presto vorremo fare una struttura per avere un minimo di magazzino».


Avete dovuto ripristinare anche la presa d'acqua?
«Abbiamo ripulito tutto. L'acqua esce da 50mila anni, speriamo (sorride) che continui a uscire. Ha una portata di 4 litri al secondo».


E il personale?
«Abbiamo assunto le tre persone che c'erano prima e che erano in cassintegrazione o mobilità. Altrettante tra i tecnici, poi vedremo come si comporterà il mercato e che cosa riusciremo a fare. Intanto partiremo con un turno, poi su due turni. Inizialmente puntiamo a produrre 30 milioni di bottiglie, vale a dire 100mila bottiglie al giorno. La Pradis è acqua di sorgente, alcalinica e con Ph 8.2. Sarà un successo. Adesso sistemiamo la macchina per l'imbottigliamento in plastica, ma vogliamo mettere anche quella per il vetro».


Quali mercati pensate di raggiungere?
«Inizialmente quelli locali: Friuli Venezia Giulia e Veneto. Andremo anche in Croazia e Slovenia, poi ci muoveremo dove il mercato ci recepisce. I trasporti dell'acqua hanno un costo importante e se la distribuzione è vicino a casa per noi è un risparmio».


Se avremo un'altra estate siccitosa come risolverete il problema?
«La Pradis non verrà intaccata perché non è acqua superficiale, ma viene dalla montagna».

Ultimo aggiornamento: 15:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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