«Preferiamo lavorare». Dirigenti in fuga, così i 5 stelle rischiano l'estinzione in Friuli

Martedì 1 Agosto 2023 di Loris Del Frate
Grillo a Udine nel 2013

PORDENONE - Dopo aver navigato a vista per qualche mese, adesso il vascello dei 5Stelle in Friuli Venezia Giulia è finito in secca.

Il comandante è già sceso dalla barca e così anche gran parte degli ufficiali che alla gloria del Movimento hanno deciso di scegliere il “duro lavoro”. Del resto tengono famiglia. E così i 5Stelle friulani, dopo una decina di anni tra alterne fortune con un risultato massimo raggiunto appena sotto il 14 per cento, ora rischiano di estinguersi. A presidiare il forte è rimasta la consigliera regionale (unica eletta) Maria Rosaria Capozzi e alcuni duri e puri, oltre agli iscritti che continuano a stare lontani dalle piazze e a parlarsi tra loro in rete.


IL VERTICE
La testa del partito e i capi bastone sul territorio, invece, si sono sciolti come neve al sole. Il coordinatore del Friuli Venezia Giulia, Luca Sut, pur mantenendo ancora formalmente l’incarico, da tempo non guida più il partito. Lo ha fatto da parlamentare con lo stipendio assicurato e alla fine del mandato il Movimento lo ha foraggiato per alcuni mesi nei quali ha messo in ordine alcuni tasselli che erano rimasti da sistemare. Ma una volta che da Roma non è più arrivato l’assegno mensile, il coordinatore è stato costretto a cercarsi un lavoro. Cosa che è riuscito a fare (senza i navigator) e piano piano si sta allontanando dalla politica. Tra poco potrebbe dimettersi. Lavorare e gestire il partito - evidentemente - non è praticabile, alla faccia di chi (proprio loro) non voleva “politici di professione”. Ora anche i duri e puri - e Luca Sut era uno di quelli - devono constatare che in processione portare la croce e cantare, non è possibile. 


EX CONSIGLIERI
Lo stesso discorso vale per Ilaria Dal Zovo e Mauro Capozzella, entrambi coordinatori rispettivamente di Gorizia e Pordenone. Da consiglieri regionali hanno gestito il loro territorio. Lo hanno fatto senza “cadere in tentazioni” e con intransigenza. Non ha pagato. Il crollo del Movimento in regione ha portato da 4 eletti a uno solo attuale. Si sono trovati a spasso pure loro due. Hanno campato un po’ con “l’assegno di reinserimento” (più o meno 30 mila euro) che la Regione stacca a chi non frequenta più Trieste e hanno continuato a governare i territori di competenza. Poi, però, la famiglia chiama. Entrambi hanno scelto la via del lavoro privato. Se non è ancora addio definito dai 5Stelle, poco ci manca. Gli altri due consiglieri, invece, Andrea Ussai, coordinatore a Trieste e Cristian Sergo, capo a Udine, una volta fuori dal palazzo dorato, hanno dovuto tornare pure loro alla vita normale. Il primo è rientrato a fare il medico e in quanto dipendente di una Azienda Sanitaria non può fare politica, il secondo, invece, è andato a lavorare in una segreteria in Regione che gli paga lo stipendio. Ha provato a fare qualche post politico per far sopravvivere almeno a Udine i 5Stelle, criticando, tra l’altro, il suo datore di lavoro, la Regione, appunto. Ma visto che la busta paga arriva da lì, ha dovuto scegliere. Facile immaginare quale sia stata la sua scelta.


BRUTTA FIGURA
Come se tutto questo non bastasse, l’unica che di fatto dovrebbe tenere in mano la fiaccola del Movimento è la consigliera regionale Maria Rosaria Capozzi, avvocato, residente a Udine. Del resto ha una indennità dorata e può permettersi di lavorare a tempo pieno anche per il partito. In realtà è scivolata su una buccia di banana infrangendo un’altra regola scritta sulla tavole del Movimento, ossia quella che nessuno deve avere privilegi. Lei, invece, in aula durante la discussione sull’assestamento di Bilancio, ha rivendicato (anche per le sue necessità) che gli asili aziendali riservati ai dipendenti regionali (stipendio medio 1.450 euro al mese) vengano aperti pure ai figli dei consiglieri regionali (indennità che sfiora gli 8 mila euro). Ovviamente ha un pargolo in età di asilo. La richiesta non è certo passata inosservata. I vecchi volponi del Centrodestra l’hanno colpita ai fianchi sui privilegi da evitare come fumo negli occhi per i grillini, mentre lei c’è caduta dentro con tutte le scarpe. Ma un’ondata grande come uno tsunami s’è pure alzata sul sito interno del Movimento. Tutti a darle addosso. L’unica a tempo pieno che dovrebbe lavorare per il partito, finita all’angolo.


IL FUTURO
A questo punto i 5Stelle friulani sono allo sbando. Coordinatore regionale sul punto di salutare tutti, i quattro capi provinciali già salpati per altri lidi e l’eletta che dovrà fare molta fatica per riguadagnare stima interna e credibilità. In più c’è un altro grosso problema. Mentre il capo, Giuseppe Conte, tiene alto il vessillo dei 5Stelle sul reddito di cittadinanza cancellato con un Sms dall’Inps, girando a destra e a manca ad arringare le piazze, in Friuli quel tema è sgonfio da sempre. Di Sms che hanno tagliato l’assegno sul territorio ne sono arrivati meno di duemila. Tanti, per carità, se si pensa alle famiglie che ora rischiano di tornare in povertà estrema. Ma decisamente pochi per basare il rilancio del Movimento.
 

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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