Padova. Violenza sessuale in corsia, le presunte vittime dell'infermiere salgono a due

Domenica 24 Dicembre 2023 di Marco Aldighieri
IL CASO - L'infermiere potrebbe avere abusato di una seconda tirocinante

PADOVA - La posizione dell’infermiere albanese di 40 anni, agli arresti domiciliari per violenza sessuale, si è aggravata. È infatti spuntata una seconda presunta vittima. Un’altra infermiera tirocinante. La giovane avrebbe subito le attenzioni dello straniero nel 2022. 
Il caso è finito nelle mani del pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini.

L’infermiere, attraverso i suoi legali Paolo Marangoni e Leonardo Massaro, si è fin da subito professato innocente.

LA SEGNALAZIONE

Correva l’anno 2022 quando, secondo l’accusa, il 40enne straniero in servizio nel suo reparto avrebbe toccato nelle parti intime, durante il turno di notte, una giovane tirocinante infermiera. La ragazza, spaventata, ha segnalato quanto le era accaduto ai suoi superiori e dell’episodio è stata informata la direzione delle professioni sanitarie. 
La tirocinante al momento non aveva presentato denuncia per violenza sessuale. Ma adesso, alla luce di quanto accaduto nello stesso reparto e per opera dello stesso uomo la sera tra venerdì 1 dicembre e sabato 2 dicembre, il caso è finito in Procura e la posizione dell’infermiere si è aggravata. Nei prossimi giorni chi indaga, sentirà la versione dei fatti da parte di altre tirocinanti venute in contatto con l’infermiere. 

L’EPISODIO DI DICEMBRE

Gli inquirenti si sono concentrati sulla ricostruzione di quanto avvenuto quella notte in uno dei reparti di Chirurgia del Policlinico. La ragazza, studentessa di Scienze infermieristiche, ha da pochissimo cominciato il tirocinio ed era una delle sue prime notti in reparto. All’arrivo, attorno alle 21, ha preso un caffè con alcuni colleghi: tre infermiere e un infermiere, l’albanese che poi l’avrebbe violentata. Gli abusi sarebbero andati avanti, in più fasi, per ore. All’inizio il quarantenne avrebbe approfittato dei giri tra i pazienti per strusciarsi sulla giovane e palparle i fianchi. Lei – ha poi raccontato agli inquirenti – in prima battuta aveva fatto capire di essere a disagio allontanandosi. Lui poco dopo l’avrebbe fatta entrare in una stanza con la scusa di preparare dei farmaci e sarebbe passato a palpeggiamenti insistenti sul seno. 

Molestie ripetute verso le due di notte, quando la vittima è andata a coricarsi in una stanza apposita per riposare dedicata al personale infermieristico. Lui l’avrebbe raggiunta e molestata ancora, fermandosi però nel momento in cui sono entrate due colleghe, che non si sarebbero rese conto di nulla. Una volta uscite si sarebbe abbassato i pantaloni cercando di avere un rapporto sessuale con la tirocinante, poi fuggita in uno stanzino da dove ha chiamato i genitori, che hanno fatto intervenire i carabinieri. Al vaglio c’è anche una registrazione fatta dalla vittima. La ragazza ha anche spedito un messaggino di aiuto alla madre: «Mamma il mio infermiere guida mi ha violentata, vieni a prendermi». 

LA DIFESA

L’infermiere, attraverso i suoi avvocati, ha dichiarato: «Ho avuto con lei dei contatti sessuali, ma era pienamente consenziente. Quando ha rifiutato un rapporto orale ho lasciato perdere». Insomma, si è da subito professato innocente. L’Azienda ospedaliera però ha subito preso provvedimenti nei suoi confronti. «La sospensione da ogni attività è stata immediata – ha spiegato l’ospedale – Solidarietà alla studentessa vittima di un gesto vile, codardo e ignobile».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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