Uno Bianca, nuovo permesso per killer: «vergogna», la rabbia dei familiari delle vittime

Lunedì 2 Aprile 2018
Uno Bianca, nuovo permesso per killer: «vergogna», la rabbia dei familiari delle vittime
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PADOVA - Il nuovo permesso concesso per Pasqua a Alberto Savi, della banda della Uno Bianca, «è una vergogna, un'indecenza». È il commento di Anna Maria Stefanini, madre di Otello, carabiniere ucciso insieme ai colleghi Andrea Moneta e Mauro Mitilini dal gruppo criminale che tra il 1987 e il 1994 assassinò 24 persone e ne ferì oltre 100 tra Bologna, Romagna e Marche. Savi, 53 anni, il più giovane dei tre fratelli - Roberto e Fabio erano i leader - è detenuto a Padova e ha avuto l'ok a un permesso di tre giorni e mezzo con la possibilità di uscire a Pasqua per pranzo.

È stato visto insieme alla compagna. «Non ho parole. Male alle persone lo hanno già fatto e nessuno ce lo leva per tutta la vita», replica la mamma di Stefanini, al telefono con l'ANSA. «Ci si è dimenticati di quello che hanno fatto. Ascoltano più loro che noi, le vittime non contano niente», aggiunge.

Alberto Savi aveva già avuto permessi, in conseguenza di un percorso in carcere, di pentimento e risocializzazione, giudicato meritevole di questo tipo di benefici dal tribunale di Sorveglianza.

Ma i parenti delle vittime non ci stanno. «Non so come fanno questi giudici a dare agevolazioni a persone che hanno fatto quello che hanno fatto loro Noi la pensiamo così e non ci ascolta nessuno. Mio figlio aveva 22 anni e tre mesi e io da allora porto fiori al cimitero», prosegue la donna.

Ultimo aggiornamento: 15:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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