Disperati alla Stanga, a caccia di cibo nei cassonetti attorno ai ristoranti

Domenica 24 Marzo 2019 di Marco Aldighieri
La ricerca di cibo nei cassonetti alla Stanga
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PADOVA Patatine fritte, resti di hamburger, pezzi di pane, verdure e noccioline. Cibo, tanto, gettato a terra vicino ai cassonetti dell’immondizia di via Venezia. È quello che rimane sull’asfalto dopo l’assalto dei senzatetto. A estrarlo dai bidoni dei rifiuti, dopo l’una di notte, sono decine di disperati e affamati. Africani, tossicodipendenti, ma anche un papà romeno disoccupato e incapace di dare sostentamento ai propri figli. Questo angolo buio di umanità aspetta l’ora di chiusura di ristoranti e fast food, come Mcdonald’s, Old Wild West e anche un kebab, per aprire i sacchi neri pieni di avanzi di cibo. Un fenomeno che negli ultimi due mesi si è dilatato, costringendo sia i residenti e sia i ristoratori a segnalare il problema al Comune. 
 
LA FAME
I senzatetto entrano in azione dopo l’una di notte, appena le catene di ristoranti e di fast food depositano i sacchi neri pieni di resti di cibo all’interno delle campane dei rifiuti. Li aprono, squarciandoli, e mangiano tutto quello che trovano. Ma molto viene sparso a terra e verso le cinque del mattino arrivano gli “spazzini del cielo”. Decine e decine di gabbiani si avventano sui pezzi di carne e di pane. Ma anche loro non riescono a mangiare tutto e un’ora più tardi, lo spettacolo in via Venezia è terribile. Tutto attorno ai cassonetti c’è una montagna di rifiuti maleodoranti e di guano lasciato dai gabbiani. 
LA PROTESTA
I residenti, in più di una occasione, si sono lamentati con le catene di ristoranti e di fast food ritenendole colpevoli di tanta incuria. Ma i ristoratori si sono difesi, in particolare Mcdonald’s. I dipendenti del punto vendita di via Venezia per evitare il fenomeno della sporcizia, ogni sera alla fine del turno hanno lasciato un sacchetto con diversi hamburger e patatine per i senzatetto, ma il servizio non è stato sufficiente ad accontentare tutti. I disperati a caccia di cibo sono tanti, e così aspettano la chiusura dei locali e assaltano le campane dei rifiuti alla ricerca di carne, pane, e verdure gettate dalle cucine dei ristoranti. Il direttore di Mcdonald’s ha anche chiesto aiuto al Comune, proponendo un’isola ecologica dove poter chiudere le immondizie a chiave così da evitare l’apertura dei sacchetti neri. Il fenomeno nelle ultime settimane si è verificato anche di giorno, dopo le 14. Ma in questi casi secondo i ristoratori non si tratta di senzatetto, ma piuttosto di vandali. Ragazzini che si divertono a spaccare i sacchetti pieni di cibo e a sparpagliare gli avanzi sulla strada.
I RESIDENTI
Gli abitanti del quartiere, attraverso un paio di chat telefoniche organizzate dal comitato Stanga, si sentono quotidianamente nel tentativo di risolvere il problema. Ecco alcuni messaggi. “Ho chiamato quelli del kebab per mostrare loro la cosa, se ne sono fregati e non si sono degnati di venirmi ad aiutare a raccogliere i rifiuti. Poi dicono di essere tolleranti”. E ancora. “Un sacco nero alto un metro e mezzo quindi impossibile da muovere e appoggiato al cassonetto della carta. Dentro al sacco c’erano moltissime bottiglie di vetro e di plastica. Moltissimi resti di panini, di carne e di alimenti vari. Piatti di plastica, fondi di caffè e capsule. Sembrava la fogna di Calcutta”. C’è poi chi si è scagliato contro il Comune: “Anche Old Wild West e McDonald’s stesso problema. Avevo chiamato la Gallani ma niente. Le attività di ristoro dovrebbero avere i cassonetti dell’umido con la chiave...molto semplice”. Il comitato Stanga però fa sapere che l’assessore Chiara Gallani in altre occasioni si è subito attivata, mandando gli operatori ecologici a pulire. Ma i residenti del quartiere hanno anche messo in moto una campagna di solidarietà. Stanno cercando di avvicinare il padre romeno disoccupato, incapace di dare da mangiare ai figli e costretto a rovistare tra i bidoni dell’immondizia.
Marco Aldighieri
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