Spese condominiali, 8 padovani su 10 sono in ritardo con i pagamenti

Mercoledì 7 Febbraio 2024 di Nicola Munaro
Spese condominiali, 8 padovani su 10 sono in ritardo con i pagamenti

PADOVA - Otto su dieci, cioè la stragrande maggioranza. Sono i padovani che non saldano le spese condominiali in linea con la data di scadenza della rata. Una consuetudine - raccontano gli amministratori di condominio raggruppati in Anaci (l’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari) - diventata sempre più prassi dopo che quattro anni fa lo sbarco del Covid-19 trasformava un copione da fantascienza in realtà. Ed è stato così che la coda economica della pandemia si è fatta sentire anche nei conti correnti dei palazzi. Perché se l’80 per cento non paga in tempo (ma basta un sollecito da parte degli amministratori per ottenere il versamento della quota da parte dei condomini) c’è una fetta sostanziale del 30% degli inquilini padovani che quella rata non la pagano: sono i morosi tout court.

Persone che sono in arretrato cronico nei pagamenti e spesso in causa con la stessa amministrazione condominiale. Ci sono poi i casi più difficili, cioè quelli che all’interno di quel 30% di morosi, non ha mai versato la propria quota per ottemperare alle spese condominiali. «Ogni caso è a sé stante - spiega Filippo Sartori, presidente dei giovani amministratori di Anaci Padova - ci sono storie come quelle di anziani in leggero ritardo sul versamento e a cui basta un sollecito in assemblea per ottenere la quota. Ma ci sono anche casi di persone che non solo non pagano da anni, ma cercano di intralciare anche il lavoro degli amministratori per ritardare azioni nei loro confronti».

A RISCHIO TRIBUNALE

Ecco che quindi quello degli amministratori di condominio diventa un lavoro pericoloso e che spesso porta a cause civili e penali più o meno pretestuose. «In un anno ogni amministratore di condominio può arrivare a vedersi coinvolto anche in venti cause» fa presente Eleonora Tosato, anche lei amministratrice di condomino in quota giovani di Anaci. Alla fine, infatti, il cerino di quanto succede una volta varcata la porta d’ingresso di un palazzo, resta in mano all’amministratore. «Se un condomino o una persona in condominio anche solo di passeggio subisce un danno, si va a guardare l’origine del danno. E - aggiunge Davide Peron, consigliere provinciale di Anaci Giovani - se la causa del danno è condominiale, si tenterà di rifarsi sul condominio: a quel punto a risponderne sarà l’ amministratore». È letteratura quindi uno dei casi di cronaca più emblematici, quanto accaduto il 17 febbraio 2023 quando il portone di un palazzo in Corso del Popolo si era staccato e aveva schiacciato, uccidendolo, il trasportatore Diego Luison. Per la procura l’unico responsabile sarebbe l’amministratore di condominio, accusato di omicidio colposo con omissione di controllo perché la porta in legno massiccio di oltre 200 chili non aveva una delle quattro cerniere che la sostengono. «Come amministratori dobbiamo essere preparati mentalmente e tutelarci. Anche per questo - continua il presidente Sartori - siamo costretti comunque a fare i controlli per verificare che tutto sia in ordine: la responsabilità di ciascuno è strettamente collegata alle verifiche». Negli ultimi anni però c’è però stata una forte riduzione delle azioni contro i gestori dei condomini perché gli stessi amministratori sono sempre più preparati a gestire situazioni critiche. «Il consiglio che diamo sempre agli amministratori è quello di far approvare tutto in assemblea e mettere ogni decisione a verbale - dice Tosato - Un amministratore preparato è una garanzia per lo stesso palazzo, anche se siamo a conoscenza di realtà in cui gli stessi inquilini hanno preferito pagare meno per avere amministratori meno informati».

SUPERBONUS 110%

Tra le grane con cui i professionisti di Anaci (94 in tutta la città che amministrano circa l’80% dei 2.836 condomini di Padova) hanno dovuto confrontarsi c’è la questione del Superbonus al 110%. «Solo l’1% dei condomini di Padova ha chiesto di accedere al Superbonus, ed è un dato che rispecchia l’andamento nazionale. All’interno di questo dato ci sono varie realtà. Ma - conclude Sartori - gli avvocati che ci seguono ci dicono che hanno le scrivanie piene di cause legate al 110 per cento, sia per lavori fatti male sia per lavori promessi e poi mai realizzati». 

Ultimo aggiornamento: 11:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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