Borile, un "impero" da 29 milioni: rifiuti, accoglienza profughi, asili

Lunedì 3 Settembre 2018 di Marina Lucchin Gabriele Pipia
foto di repertorio, il centro d'accoglienza di Bagnoli
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PADOVA - Ha cominciato a maneggiare vagonate di milioni di euro nel decennio scorso guidando Padova Tre, la società che si occupava di gestire i rifiuti di 52 comuni. E così, quando nel 2014 il Veneto è stato travolto dall'emergenza sbarchi, Simone Borile non ha avuto alcuna remora: ha fiutato il business e ci si è buttato a capofitto. La sua cooperativa Edeco nel 2017 ha fatto registrare un bilancio da 29 milioni di euro: una cifra che testimonia una crescita vertiginosa e un imponente volume d'affari, ora sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. L'inchiesta firmata dal pm Federica Baccaglini avrebbe infatti scoperchiato un sistema di malaffare fatto di soffiate e bandi creati ad hoc, con la complicità dell'ex viceprefetto Pasquale Aversa e della funzionaria Tiziana Quintario. 
 
LA GALASSIA DELLA COOP. I centri d'accoglienza per i migranti, certo, ma anche asili nido, ostelli e centri estivi: questa è la galassia Edeco (ex Ecofficina), cooperativa di Battaglia Terme nata nel 2011 e gestita da Borile a partire dal 2014. L'amministratore è la moglie Sara Felpati, il presidente è Gaetano Battocchio, ma la vera mente - quella che dà gli ordini e che tesse preziosissime relazioni istituzionali - è sempre lui, Simone Borile.  Cresciuto nella sfera democristiana e poi passato in quota berlusconiana, Borile ha sempre saputo districarsi tra politica e affari. Mentre molte cooperative concorrenti frenavano davanti alla possibilità di un'accoglienza sfrenata, la sua Edeco si aggiudicava appalti su appalti. È arrivata così a gestire in pochi anni i due hub principali del Veneto: Cona con punte di oltre 1.500 migranti e Bagnoli dove gli ospiti hanno superato quota 900. A tutto ciò si aggiunge l'ex caserma Prandina di Padova e decine di altre strutture. Nel 2016 il fatturato era di 26,5 milioni, ma Edeco da quando è nata ha sempre continuato a crescere. Gara dopo gara, affidamento dopo affidamento, fino ai 29 milioni dell'ultimo anno. 
Il patrimonio netto è di quasi 2,9 milioni di euro, il sito internet della cooperativa mette in bella mostra la distinzione tra le tre attività: Accoglienza, Istruzione, Turismo.
 
IL BUSINESS La gestione dei migranti è stato l'ultimo business, ma anche l'esperienza di Padova Tre ha visto Borile guidare un impero milionario. Prima di arrivare al fragoroso fallimento (l'ultimo atto è del 2017, ma il declino era partito ben prima), la società gestiva i rifiuti in 52 comuni della Bassa Padovana. L'indagine della guardia di finanza collega la figura di Borile al buco di circa 40 milioni di euro riconducibile alla gestione allegra della società. È stato accusato assieme agli altri ex amministratori e ai revisori dei conti di aver gonfiato i piani economico finanziari, obbligando i Comuni aderenti a pagare tariffe di gran lunga superiori a quanto dovuto. Le accuse sono di falso materiale, frode in pubbliche forniture, peculato (a danno della Provincia), emissione di fatture false e false comunicazioni sociali. Secondo l'indagine, la ristrutturazione della casa di montagna della mente di Edeco era stata pagata con soldi pubblici: una ditta che aveva svolto dei lavori per conto di una società legata a Borile avrebbe infatti gonfiato una fattura con 150 mila euro aggiuntivi per far rientrare nelle spese anche il lavoro sulla casa privata di villeggiatura.
Il 2014 ha segnato la clamorosa svolta nell'attività professionale di Borile con il passaggio dai rifiuti ai migranti, ma gli intrecci tra passato e presente sono lampanti. L'attuale Edeco, infatti, è nata dalle ceneri di Ecofficina Educational, cooperativa creata nel 2011 per gestire servizi sociali proprio per conto della vecchia società Padova Tre. Da un settore all'altro, sempre con un filo conduttore: milioni e milioni da maneggiare. 

 
Ultimo aggiornamento: 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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