Una notte nel locale degli scambisti. Mariti in incognito e quel "segnale"

Sabato 14 Luglio 2018 di Enrico Silvestri
Una notte nel locale degli scambisti. Mariti in incognito e quel "segnale"
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LIMENA - Come togliere il tappo dal lavandino, glu glu glu e la parte superiore del locale si svuota in un attimo, le cinque ragazze prendono le scale che portano al seminterrato seguite da un codazzo di maschi. Giù nella penombra, in alcune camere (ricavate con pareti in cartongesso e dotate di generose finestrelle) comincia il gran ballo. Chi fa, chi guarda, chi attende, chi gira, soppesa e valuta: è il mondo oscuro, in tutti i sensi, dei privé, dei locali a luci rosse, degli scambisti. Limena, la Sodoma e Gomorra del Veneto. Del locale meglio tacere il nome. «Sa spiega Renato, il titolare non vorrei trovarmi poi con petizioni o manifestazioni per chiederne la chiusura». Tanto di locali del genere in paese ce ne sono tre. Finita invece l'era dei parcheggi che di notte diventavano affollati  centri di ritrovo per scambisti in arrivo da mezzo Nordest. «Perché Limena? Per il casello dell'autostrada. Comodo da raggiungere per chiunque venisse dai quattro punti cardinali».

LA TAVERNA
La chiacchierata con Renato procede tranquilla, sono appena le 22.30 di un venerdì qualunque, ancora prestino. Nello spazio al pian terreno, poco più di una taverna privata, tre donne, tra i 30 e i 40 anni, in abiti molto succinti e una mezza dozzina di baldi giovanotti chiacchierano amabilmente. «Non servono locali troppi ampi, anzi, più lo spazio è ristretto più si favorisce la socializzazione. E poi la disposizione interna: il bancone deve stare vicino all'ingresso, in modo chi entra abbia un punto di sosta dove acclimatarsi e pendere coraggio». La sa lunga Renato, anche perché la sua avventura nel genere inizia trent'anni fa come cliente, prima di capire che poteva diventare una fonte di reddito.

IERI E OGGI
«Una volta erano miniere d'oro, negli anni 80/'90 si pagava fino a 300 mila lire l'ingresso, e fino a 3 milioni l'anno per l'affiliazione al circolo. Di conseguenza il livello socio economico della clientela era piuttosto elevato: imprenditori, liberi professionisti, rigorosamente sopra i 40, tutti in giacca e cravatta». Poi è arrivato internet e ha rotto le uova nel paniere. Adesso le coppie si cercano e si trovano su social, siti, chat. Scambio di mail, telefonate, foto e poi appuntamento a casa di una o dell'altra. «Così il livello si è decisamente abbassato, ora arrivano commesse e operai, e di conseguenza anche le nostre richieste: coppie gratis, singoli 60 euro con consumazione libera. E vestitevi un po' come vi pare». In effetti a guardarsi attorno non sembra proprio di essere al Circolo della Caccia. Il più elegante è in jeans e maglietta, ma molti, data la stagione, hanno decisamente virato sulle bermuda. «Ho provato a tenere su il livello ma alla fine mi sono arreso». Molto provocanti invece le signore in minigonne e abitini trasparenti. «Non creda siano uscite così. Si cambiano qui, indossando la roba portata da casa».

GLI INCONTRI
Verso le 23.30 il numero dei clienti s'infoltisce. Arrivano altre due donne, il numero dei maschi è ormai sulla ventina e tutti si lanciano in pista ancheggiando e ammiccando in maniera inequivoca. Non si capisce però quali siano le coppie. «I mariti non vogliono farsi riconoscere, non è bello farsi individuare dall'uomo che sta facendo l'amore con la propria donna. Anzi, spesso non partecipano proprio, si caricano, si eccitano e poi si sfogano a casa». Dopo un quarto d'ora di contorcimenti viene tolto il tappo: non si capisce chi dia il segnale ma partono tutti insieme, come risucchiati dalle scale. Non prima di aver generosamente attinto dal cestino pieno di preservativi, qui solo sesso sicuro. Giù si danno tutti un gran daffare tra gridolini e lamenti. Le donne non hanno un minuto di tregua, ma reggono bene l'urto del nemico. Del resto non tutti vogliono fare, a molti basta guardare e così con un po' di pazienza prima o dopo chi vuole viene accontentato. Il primo tempo dura un'ora o giù di lì, poi gli atleti risalgono per riprendere fiato. Le donne si sono rivestite, chiedono da bere, sorridono. Lo schieramento maschile ha ricevuto nuovi rinforzi quindi è palese l'imminente ripresa delle ostilità.

Difatti al nuovo segnale, che non si capisce mai da chi arrivi, tutti spariscono in un baleno nel seminterrato. Nuovamente ci si sbarazza degli abiti, e si ricomincia. Altra oretta di sesso selvaggio all'insegna di non si rifiuta nessuno poi nuova pausa. Sono ormai le 2. La moglie del titolare compie gli anni quindi tira fuori una bottiglia di prosecco e un tiramisù .Qualche nuovo gladiatore del sesso è arrivato, pronto a prendere il posto delle prime linee sfiancate. Gli sguardi sono stanchi ma non domi. «Questi prima della chiusura si fanno un altro giretto», Renato commenta con occhio clinico. Difatti, riprese le forze, a un cenno si ritoglie il tappo e glu glu glu, tutti vengono nuovamente ripresi nel gorgo del peccato, con relativi colonna sonora di gemiti e mugolii.
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