Marcato: «La cartina è tutta verde
Padova avrà un sindaco della Lega»

Venerdì 9 Marzo 2018 di Nicoletta Cozza
Roberto Marcato (Lega)
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PADOVA - Il successo della Lega non gli ha dato alla testa. Perché il saluto che rivolge a chi lo interpella è sempre lo stesso e accompagnato dalla stessa contagiosa risata. «Bojorno, come steto?». E che lui stia bene, anzi benissimo, non ci sono dubbi. Roberto Marcato, assessore regionale leghista con delega alalo Sviluppo Economico e alle Attività Produttive, si aspettava sì un exploit del suo partito, ma non di queste proporzioni. Marcato, guardiamo i dati padovani. In una città governata da una giunta rossoarancione, la Lega è andata molto bene.

«Impressionante. É impressionante guardare la cartina con i colori del voto: è tutta verde, con qualche puntino rosso. Il merito più grosso lo ha Salvini che ha saputo essere ovunque, facendo passare i messaggi giusti con parole chiare, e dei nostri amministratori locali che hanno dimostrato alla gente di saper essere credibili. Ma anche gli avversari hanno fatto la loro parte, demeritando i consensi».

Secondo lei qual è stato l’errore che più ha pagato la sinistra padovana?
«Semplice. Quando vai ai dibattiti, agli incontri, ai comizi, di fronte alla signora che ti dice che ha paura perché due giorni prima hanno picchiato e rapinato la vicina, non puoi rispondere “la sua è solo insicurezza percepita perché gli assalti in banca sono calati dello 0,25 per cento”. Non funziona così, perchè la classe dirigente deve preoccuparsi anche di quello che è percepito dalla gente. Fare filosofia e grandi analisi, come stanno facendo i rappresentanti della sinistra padovana, a mio parere non serve».

Gli avversari vi 
accusano di aver costruito il vostro consenso sugli slogan.
«Questa affermazione, tradotta in concreto, significa che tutta la gente che ci ha vietato si è fatta abbindolare da noi. Ma non esiste, non è possibile che continuino a dire con supponenza che chi ha votato Zanonato o Giordani è intelligente e coscienzioso, e fa parte di una classe eletta, mentre chi invece sostiene un leghista secondo loro è un idiota. Di questi ragionamenti, fatti con la “puzza sotto il naso” la gente non ne può più, e non fanno altro che creare muri tra i politici e il popolo. Per me la strada presa dalla sinistra padovana, ma anche nazionale, è quanto di più antistorico possa esistere».

Bene, ma a Padova il sindaco leghista è stato mandato a casa.
«Contro Bitonci si è coalizzato il mondo intero, compresi i poteri forti della città. Avesse avuto la potenza di Giordani, avrebbe vinto con l’80% dei consensi».
State già lavorando per riconquistare la città?

«Certo, e io sono convintissimo che il prossimo sindaco di Padova sarà della Lega. Il voto politico di oggi già dice che c’è la necessità di avere un primo cittadino del Carroccio».

Lei potrebbe farci un pensierino?
«In questo momento non ci penso proprio».

Come mai il Movimento 5 Stelle a Padova più di tanto non attecchisce?
«Finché la Lega mette in campo amministratori di qualità i loro cavalli di battaglia fanno fatica a fare presa sull’elettorato. E poi parliamoci chiaro: la nostra onestà, a partire da quella del governatore Luca Zaia, non può essere messa in discussione da nessuno. Lo scandalo-Mose, per esempio, non ha neppure sfiorato nessun esponente del Carroccio e quindi, di fronte a questo, i veneti preferiscono la trasparenza e la correttezza nostre, alle promesse dei grillini».
Cioè?
«Diciamo la verità: noi veneti vogliamo lavorare e guadagnarci così lo stipendio, non farci dare mille euro al mese, stando a a casa ad aspettare il reddito di cittadinanza...
Se il Movimento 5 Stelle vuole sfondare anche sul nostro territorio, deve completamente cambiare strategia politica».
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