Ricattato dalla prostituta si uccise
a 49 anni: catturata, altre tre vittime

Mercoledì 4 Luglio 2018
Ana Alina Ursu
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PIOVE DI SACCO - Consumavano un rapporto sessuale a pagamento con una delle vittime che avevano prescelto ed adescato, generalmente uomini sposati e particolarmente fragili, dopodiché per i malcapitati iniziava l'incubo: continue e pressanti richieste di denaro per i più svariati motivi, minacce di morte, fantomatici killer romeni che li avrebbero "sistemati". Era questo il modus operandi della 28enne Ana Alina Ursu e delle sue quattro "amiche". Un vero e proprio supplizio per chi cadeva nella loro rete, come l'operaio 49enne di Piove di Sacco che, disperato, si è tolto la vita a gennaio di quest'anno.

L'ARRESTO
A finire in manette è stata Ana Alina Ursu, 28enne, senza fissa dimora, ma da tempo gravitante nel capoluogo euganeo e nell’immediato hinterland, dove esercitava abitualmente la prostituzione. La donna è stata trovata all’interno di una sala da gioco del capoluogo euganeo. Condotta presso gli uffici della Stazione Carabinieri di Piove di Sacco, tratta in arresto e associata alla Casa Circondariale di Verona.

LE ACCUSE E LE ALTRE QUATTRO INDAGATE
Gravissimi i fatti contestati nel procedimento penale che vede sottoposte alle indagini, oltre all’arrestata, anche altre 4 donne connazionali, che hanno partecipato con lei a quello che si è rivelato un disegno criminale di ampia portata offensiva. La 28enne è accusata di estorsione e truffa, aggravati, continuati e in concorso, commessi nel periodo compreso tra l’anno 2015 e l’epoca attuale, nelle province di Padova e Bologna.

IL SUICIDIO DI UNA DELLE VITTIME: UN OPERAIO 49ENNE
Le indagini hanno avuto origine nel mese di gennaio 2018, quando a Piove di Sacco un operaio 49enne del posto si è tolto la vita. Durante il sopralluogo operato nell’immediatezza del fatto, i Carabinieri della locale Stazione hanno acquisito e analizzato una serie di elementi, che hanno portato a ricondurre l’insano gesto ad una condizione di persistente disperazione in cui viveva l’uomo, a seguito dell’incontro avuto diverso tempo prima con una giovane romena, successivamente identificata proprio in Ana Alina Ursu. La giovane donna era riuscita ad irretire l’operaio estorcendogli denaro per le situazioni tragiche più improbabili che le capitavano come falsi incidenti stradali, malattie occorse a famigliari, fantomatiche pendenze giudiziarie, paventati interventi e arresti da parte di poliziotti romeni nel caso di mancata consegna dei soldi, fino ad arrivare alla ragguardevole cifra di circa 90.000 euro versati in contanti o attraverso transazioni economiche internazionali in circuito Western Union.

LE VITTIME DEI RAGGIRI PORTATE ALL'ESASPERAZIONE
Le continue richieste della donna, in cui emerge forte la volontà di perseguire il proprio fine di lucro senza remore a passare dagli artifizi e raggiri alle minacce, quando i primi non erano sufficienti ad ottenere lo scopo, portavano le proprie vittime alla disperazione e all’isolamento di cui è emblematico il suicidio dell’operaio. Infatti, dalle indagini dei Carabinieri della Stazione di Piove di Sacco (PD), è emerso che le vittime sono state più di una: durante le indagini sono stati individuati altri tre uomini caduti nella rete tessuta dalle indagate, l’identificazione dei quali ha permesso di delineare con precisione il diabolico modus operandi delle 5 donne. Il quintetto, dopo aver individuato vittime di sesso maschile particolarmente fragili, prima consumava un rapporto sessuale a pagamento con una delle giovani prostitute, che esercitavano sulle strade della città di Padova e, seppure in misura minore, di Bologna, dopodiché creava un contatto telefonico con la vittima. Le altre complici, una di queste dimorante in Romania, si occupavano di ricevere le somme di denaro direttamente dalle mani delle parti offese o attraverso versamenti su circuiti economici internazionali.

IL SESSO E LE MINACCE E I "KILLER ROMENI"
I tre uomini, sentiti dai Carabinieri, hanno ammesso che dopo aver consumato un rapporto sessuale a pagamento con una delle giovani, erano entrati in quella spirale di minacce, anche di morte, nel caso in cui non avessero acconsentito alle consegne dei soldi. Alle vittime venivano addirittura paventati fantomatici killer romeni, qualora non avessero pagato. È accaduto che uno dei clienti venisse effettivamente in contatto con loschi personaggi a bordo di un’auto con targa romena, che lo seguivano per strada e lo incontravano fissandolo con atteggiamento aggressivo.

LE VITTIME? UOMINI SPOSATI. LE CIFRE VERSATE
Inoltre, dal momento che alcuni di loro erano regolarmente sposati, le indagate li minacciavano di informare le mogli delle loro frequentazioni. Nel corso delle indagini, per loro stessa ammissione, i 3 uomini dichiaravano di aver versato somme di denaro di vari importi alle indagate: precisamente il primo 70.000,00 euro circa, il secondo 4.500,00 e il terzo 500,00 euro. 
Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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