Fabbrica di fatture false, sequestri
per 35 milioni: anche 2 ville venete

Giovedì 10 Dicembre 2015
Fabbrica di fatture false, sequestri per 35 milioni: anche 2 ville venete
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Anche due ville venete nel mirino della Finanza. Si tartta del risultato dell'indagine su un autentico 'supermarket della fattura falsa' gestito da una organizzazione che realizzava società fittizie su misura delle richieste delle aziende 'clienti', operanti nei più diversi campi, tese a coprire acquisti e vendite in nero di consistenti stock di merce, dal tessile all'acciaio, dal materiale plastico alla cartotecnica.



Una struttura criminale, che in circa tre anni è riuscita a realizzare almeno 30 società fittizie per l'emissione di fatture per operazioni commerciali inesistenti - i camion giravano mezza Europa vuoti ma tutto era documentato in caso di controlli - portata alla luce dalla indagini della Guardia di Finanza di Mirano (Venezia), sotto la direzione della procura della Repubblica di Padova.

Nell'operazione denominata 'Tailor-made' (su misura) le persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare - in carcere o ai domiciliari - finora sono 17, mentre altre 3 risultano all'estero. Sequestrati beni per 35 milioni di euro tra cui immobili - due le ville venete - una barca d'altura, conti correnti in Paesi dell'est Europa, 8 società attive nei settori di trasporto , immobiliare e commercio di plastica, a loro volta proprietarie di 81 unità immobiliari, tra cui una valle lagunare adibita a pesca, caccia ed acquacoltura di oltre 350 ettari.

Oltre agli arresti sono state eseguite 150 perquisizioni, in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. Le fiamme gialle hanno messo le mani su una realtà, operante lungo la Riviera del Brenta, tra Padova e Venezia, che, secondo l'ipotesi d'accusa, è riuscita in poco tempo a realizzare un giro d'affari di false fatturazioni per 150 milioni di euro - con un danno all'erario per circa 40 - e che operava «in contanti».

Tra le persone raggiunte da ordinanza cautelare, Salvatore Lazzarin, residente a Dolo in una antica villa, dove sono stati trovati fucili da caccia da collezione e animali rari imbalsamati. Tutti i giorni si recava a Padova dove c'era un ufficio con 5-6 dipendenti. Secondo quanto accertato dai finanzieri, il sodalizio non ha alcun legame con gli ambienti criminali della vecchia 'mala del Brenta' e avrebbe operato esclusivamente sul piano della frode finanziaria e del riciclaggio del denaro ad esso legata. Gran parte dei componenti della struttura, a carattere piramidale, sono risultati assunti dalle società fittizie al fine di sviare eventuali controlli. Anzi, dalle intercettazioni telefoniche risulta che c'era molta attenzione per la scelta della sede per queste società nel timore delle fiamme gialle: «C'è molto controllo qui da parte della Guardia di Finanza - è detto in uno scambio telefonico -, anche da voi o no?».

Sul piano tecnico, dopo una fase iniziale di 'offerta' sul mercato fatta dal sodalizio per manifestare la disponibilità di fatturazioni false, è risultato che l'organizzazione era ricercata dagli stessi 'clienti'.

Per questi, anche di dimensioni medio-grandi, sono scattate le denunce per utilizzo di false fatture. Da quanto emerso dalle indagini, nella maggior parte dei casi l'organizzazione si occupava del trasporto della merce dal fornitore alla ditta acquirente, attraverso una o più società fittizie. «Il nero - è detto in un'altra intercettazione - è la nuova frontiera per non rischiare con il fisco. Rischi solo se beccano». E stavolta, gli investigatori sono convinti di averli beccati.

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 08:42

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