«Mio figlio malato tra alunni no-vax: è costretto a usare la mascherina»

Giovedì 13 Settembre 2018 di Federica Cappellato
«Mio figlio malato tra alunni no-vax: è costretto a usare la mascherina»
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PADOVA -  «Piangeva, non voleva mettersi la mascherina. Gli ho fatto capire che è necessaria perchè ci sono compagni di classe non vaccinati , e potrebbe essere molto pericoloso”. A parlare è Paola, mamma di Andrea (nome di fantasia), 9 anni, che ieri ha iniziato a frequentare la classe quarta di una scuola elementare della provincia di Padova. Da settembre 2016 Andrea lotta contro la leucemia. «Mio figlio ha trascorso tutto lo scorso anno scolastico con la mascherina, uscendo da scuola dieci minuti prima per evitare la promiscuità dei corridoi al suono della campanella. Ma la legge non ci aiuta nemmeno adesso. Sono molto demoralizzata, ho cercato di far valere le nostre ragioni, sono rimasta inascoltata. Andrea finirà la terapia, chemioterapia per bocca, il 19 settembre,  quindi anche per quest’anno non potrà vaccinarsi perchè i richiami sono previsti a 6/9 mesi dalla conclusione del percorso. Come mamma vorrei evitargli qualsiasi problema, vorrei proteggerlo, ma le leggi e la società non ci aiutano».
LA CLASSE
Nella classe di Andrea tra i 17 alunni iscritti ci sono bambini non vaccinati. Uno, forse due: la certezza Paola (che per professione lavora nella sanità pubblica, proprio a contatto con l’infanzia) non ce l’ha perchè il dirigente scolastico non è più quello dell’anno scorso. Lei ha preso appuntamento, ma i due si devono ancora incontrare e per la privacy certe informazioni non si possono sapere.
RICHIESTA
«Lo scorso anno avevo chiesto che il mio bambino venisse inserito in una classe dove erano tutti vaccinati, mi è stato risposto che la normativa non lo consente. Così continuiamo a vivere - si sfoga Paola - nella paura di dover sottoporre Andrea a altre cure, ad altre sofferenze che potrebbero evitare se esistesse un minimo di sensibilità».
Tutto lo scorso anno Andrea lo ha condiviso acclaratamente con due coetanei figli di no-vax, pertanto non vaccinati: uno zero vaccini, uno che non era stato sottoposto ai richiami. «Con la mamma di uno dei due ci siamo confrontate, lei mi ha detto chiaramente le sue ragioni, che è una scelta ma, io dico, il diritto di scelta suo non può essere confrontato con il diritto allo studio e soprattutto il diritto alla salute di mio figlio. E come il mio, ce ne sono tanti altri di giovani studenti nella stessa situazione. Non so più cosa fare, perchè l’ignoranza è difficile da combattere».
Il calvario di Andrea è iniziato due anni fa. La scoperta della leucemia, le lunghe terapie, i ricoveri, l’assenza forzata da scuola, la gioia del ritorno tra i banchi ma la tristezza di dover indossare obbligatoriamente quella mascherina, che comunque lo fa sentire diverso, fragile.
«Faccio fatica a spiegargli, a trovare le parole giuste: l’anno scorso ho fatto di tutto e di più, ho scritto al governatore del Veneto, sono andata dal sindaco del nostro Comune in qualità di garante della salute pubblica, un medico della Clinica di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale di Padova dove mio figlio è in cura si era reso disponibile a tenere un incontro informativo ma la cosa non si è potuta fare perchè volevano che ci fosse un contraddittorio con un medico no-vax».
RIENTRO
«Fatica, tanta fatica perchè ti senti anche dire: “Il malato è il tuo, i miei figli sono sani”, quindi la sensibilità non c’è, non c’è neanche la comunità. Ho chiesto aiuto agli altri genitori: nella scuola di Andrea i non vaccinati dovrebbero essere una dozzina su oltre 200 iscritti, ma non ho ottenuto comprensione. «Il preside dell’anno scorso, nell’ultimo nostro incontro, mi disse: “Ho fatto quello che potevo”. Non è vero, dal punto di vista della normativa forse, il minimo che la legge imponeva di fare. Ma il dovere morale - conclude mamma Paola - è tutta un’altra cosa».
Federica Cappellato
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Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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