Conte, il "papà del tram": «Progetto pronto da 14 anni, non si cambia»

Venerdì 3 Agosto 2018 di Nicoletta Cozza
Il tram in stazione
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PADOVA “Il papà del tram”. Questo è il soprannome che gli era stato affibbiato nel 2007 quando per la prima volta il serpentone blu ha iniziato a girare per Padova con i viaggiatori a bordo. D’altro canto, lo stesso Flavio Zanonato, che in quel momento era sindaco, più volte aveva ribadito che l’efficienza del metrobus era strettamente connessa all’operato di questa sorta di “genitore”. Antonio Conte, ingegnere, 69 anni, quasi 15 al vertice di Aps Mobilità di cui 4 nelle vesti di direttore di esercizio del tram e, dopo la pensione, per altrettanti responsabile della messa in funzione dell’identico sistema a Mestre, con caparbietà aveva lavorato giorno e notte per far partire quel mezzo arrivato da Strasburgo su cui in pochi avrebbero scommesso: oggi i convogli che vanno dal capolinea nord a sud sono sempre pienidi passeggeri e altre città, comprese Parigi e appunto il capoluogo lagunare, hanno copiato quanto realizzato a Padova. Papà del tram, dunque, ma anche dei progetti per metterlo in funzione, compresi Sir 2 e Sir 3, che erano stati approvati nel 2004, anche se il primo finanziamento per quest’ultimo è stato sdoganato solo l’altro ieri dal ministro Danilo Toninelli.
 
SIR 3
Conte, dunque, non ha dubbi sulla bontà del progetto per la nuova tratta su rotaia che va dalla Stazione a Voltabarozzo. «Difficoltà nella realizzazione? No, non ne vedo neanche una. Anzi, si tratta di una linea semplice da fare, che in un anno e mezzo, al massimo due, può essere pronta. Ma bisogna fare presto. Io partirei domattina, perché di tempo ne è già stato perso anche troppo e farsi sfuggire i fondi per la terza volta, Rossi prima e Bitonci poi insegnano, sarebbe imperdonabile». Ma davvero è sarebbe così facile mandare avanti i cantieri? «Sì, perché contrariamente a quanto avvenne con il Sir 1, tutti i passaggi con la Commissione sicurezza non servono più, perché le autorizzazioni ci sono già tutte. Criticità legate alla presenza dei sottoservizi non ce ne sono, perchè basta seguire il percorso che va sull’ex sedime ferroviario Padova-Piove, dove non si deve spostare nulla. Senza contare che non serve più neppure la piattaforma in calcestruzzo, ma solo la canaletta dove viene “annegata” la rotaia, perché l’evoluzione del mezzo fa sì che oggi le ruote possano correre sull’asfalto, come nell’ultima tranche che porta a Venezia. Ciò significa cantieri rapidi e pochi disagi per la città. Inoltre, molte opere fatte per il Sir 1, come l’officina per le manutenzioni e il deposito, erano state pensate proprio in vista del fatto che ci sarebbero state tre linee di metrobus». Sul percorso, poi, Conte non ha perplessità: «Il progetto finanziato è quello approvato nel 2004 e non può essere modificato, perché, in caso venisse ritoccato, il Ministero farebbe ripartire l’iter da zero e come nel gioco dell’oca, si tornerebbe alla prima casella, perdendo ancora tempo prezioso. Dovessi decidere io, apporterei una variazione minima, facendo andare il serpentone blu per via Valeri, in modo da evitare alcune curve, all’interno del futuro parco Boschetti, per arrivare poi nella striscia strada che corre proprio accanto al parco Iris». 
I MEZZI
Sul fatto che i vagoni della New Translohr oggi sarebbero ancora la scelta migliore, Conte non ha dubbi: «Premesso che non ci sono alternative, perché i soldi sono stati stanziati dal Ministero solo per questo sistema, non ho dubbi che comunque sia il più adatto per andare dalla Stazione a Voltabarozzo. Tra l’altro, nel caso in cui si scegliessero i moduli a 4 casse, potrebbero essere intercambiabili con quelli della linea 1 che è sempre affollata E nei cantieri di Strasburgo ce ne sono 4 già pronti». 
SIR 2
«Certo - dice ancora l’ex direttore di esercizio del tram - questo del Sir 1 sarà l’ultimo progetto da concretizzare con un mezzo su rotaia. É perfetto per quel tragitto, ma non per il Sir 3, da Sarmeola a Ponte di Brenta. Lì bisognerà utilizzare le nuove tecnologie, con i convogli elettrici: un’evoluzione che consente di impiegare veicoli a batteria lunghi oltre 30 metri, magari con guida virtuale. Ormai si va in questa direzione e le auto in alcune città già girano senza conducente». Quando lei si era congedato da Aps aveva detto che la più grande soddisfazione della sua vita era quella di essere riuscito a far andare il tram. «É ancora così, e oggi spero di avere anche quella di veder correre al più presto pure il Sir3, i cui progetti da 14 anni attendono di essere realizzati per dare finalmente una risposta efficiente ai problemi della mobilità di Padova».
Nicoletta Cozza
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Ultimo aggiornamento: 16:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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