Abusi sessuali sul 12enne durante i pellegrinaggi al Santo: parrocchiano nei guai

Giovedì 5 Luglio 2018 di Lino Lava
Processo per abusi sessuali
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PADOVA - Ci sono voluti anni di terapia per tirar fuori il dolore, per liberarsi della vergogna e raccontare quello che gli era accaduto. Un bimbo di 12 anni, residente a Torino, è stato violentato da un parrocchiano durante una gita di pellegrinaggio al Santo. Poi le violenze sono continuate sempre durante pellegrinaggi. E l’autore delle violenze era l’organizzatore dei viaggi parrocchiali, un sessantenne, sposato e con figli, amico della madre.
 
Il processo è stato aperto a Padova, perché qui è avvenuta la prima violenza. Adesso il ragazzo ha ventitré anni e ha ricostruito tutto davanti ai giudici del Tribunale collegiale. “Avevo paura, mi vergognavo, ero terrorizzato da quell’uomo, di cui mia madre si fidava”, ha raccontato il giovane in aula, rispondendo alle domande del pubblico ministero Cristina Gava. La sua deposizione davanti ai giudici del Tribunale collegiale è durata più di tre ore. L’imputato è difeso dall’avvocato Enrico Cogo. Il suo nome viene taciuto per evitare che il ragazzo possa essere identificato. Il parrocchiano era la figura di leader del gruppo, una sorta di educatore. Estroverso, molto attivo nella parrocchia, organizzava viaggi a Lourdes e anche in altre località religiose. Il ragazzo racconta che era il pensionato a prenotare i pullman e spesso anche gli alloggi per dormire, era molto amico della mamma. E lui, adolescente, si fidava di quell’uomo proprio come i suoi genitori. Ed è giocando su quella fiducia che il parrocchiano ha puntato per portare a termine i suoi perversi desideri. La gita a Padova risale ai primi di maggio 2007. Il ragazzino con la mamma e altri parrocchiani avevano visitato la Basilica del Santo. Poi c’è stato il pranzo al sacco, in un parco pubblico. Qui, il sessantenne, si è appartato poco lontano per fare dei bisogni. Ha portato con sé il ragazzino e lo ha costretto ad una prima violenza. Il dodicenne era troppo giovane per opporsi, troppo piccolo anche per spiegare alla madre, molto religiosa, che in gita con quell’uomo non ci voleva più andare. Lei, all’oscuro di tutto, lo porta con sé altre volte. In una gita successiva a quella di Padova, a Carmagnola, appena fuori Torino, il ragazzino resta solo con lui in una struttura gestita da suore. La mamma è impegnata in una visita guidata con la moglie del parrocchiano. In una delle stanze lui lo costringe ad un rapporto completo. L’isolamento del ragazzo è durato a lungo, fino a quando la madre ha deciso di farsi aiutare da una psicologa. E il giovane è riuscito a parlare, raccontare. L’inchiesta è stata condotta dagli inquirenti torinesi. E poi il fascicolo giudiziario è stato trasmesso alla Procura di Padova, dove è avvenuta la prima violenza carnale. Il processo continua. Davanti ai giudici del Tribunale collegiale verrà a testimoniare anche la madre del giovane. E i parrocchiani che frequentavano i pellegrinaggi organizzati dal sessantenne. Oggi l’imputato ha settant’anni. Durante l’inchiesta ha negato di aver abusato del ragazzino. E’ una storia triste anche da raccontare. La madre, vedova, si fidava di quel padre di famiglia al quale affidava il figlio durante i pellegrinaggi, ai quali partecipava pure lei.
Lino Lava
Ultimo aggiornamento: 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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