Lanciano liquido seminale addosso
a una 16enne e postano le foto su Fb

Martedì 24 Febbraio 2015 di Luca Ingegneri
Lanciano liquido seminale addosso a una 16enne e postano le foto su Fb
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Avrebbe giocato un tremendo scherzo alla vittima, con la complicità degli altri ragazzi più giovani. E poi ne avrebbe approfittato per allungare le mani sulla minorenne.



Il Tribunale ha accolto l’impostazione della pubblica accusa condannando ad un anno e otto mesi di reclusione S.M., ventiduenne residente in un comune dell’Alta padovana, difeso dall’avvocato Violetta Messi.



La vicenda risale al giorno di Pasquetta del 2012. I due protagonisti avevano preso parte con un gruppo di amici, quasi tutti minorenni, ad una scampagnata sull’argine del Brenta. La minore era stata presa di mira da alcuni maschietti che avevano deciso di giocarle un brutto scherzo. Le avevano tirato addosso un piccolo secchio contenente del liquido seminale.



Le immagini della "doccia" fuori programma erano finite sul social network. Si erano ovviamente sprecati i peggiori commenti. La sedicenne si era vergognata come una ladra. Ma soprattutto aveva dovuto giustificarsi con la madre fornendole dettagliate spiegazioni sull’accaduto. La minore era verde di rabbia. E non aveva esitato a cercare vendetta, sia nei confronti degli autori dello scherzo che di chi c’era andato pesante nei commenti su Facebook.



Tra gli interventi le aveva dato particolarmemte fastidio quello postato da S.M. La sedicenne non aveva trovato di meglio che denunciarlo per un’estemporanea toccata al posteriore. Il ventiduenne ha negato ribadendo di essersi limitato ad accompagnarla a casa senza allungare le mani.



Al ragazzo è stata concessa la sospensione condizionale della pena, a patto che risarcisca la vittima, costituita parte civile con l’avvocato Marta Bezze, con 5mila euro, entro sessanta giorni dall’irrevocabilità della sentenza.



I giudici hanno recepito solo in parte le richieste del pubblico ministero Orietta Canova che sollecitava tre anni e sei mesi di reclusione. Per l’intero dibattimento l’imputato ha continuato a proclamarsi innocente sostenendo di essere il capro espiatorio della vittima, incappata suo malgrado in una campagna diffamatoria su Facebook. La difesa ha già preannunciato ricorso in appello.



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Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 07:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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