Turismo, boom di presenze: è Giotto il trascinatore

Lunedì 27 Agosto 2018 di Nicola Munaro
Turisti a Padova
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PADOVA - Le grandi mostre, quasi sempre proposte in accoppiata. Poi i concerti e gli investimenti in strutture e cartellonistica per quasi 10 milioni che diventano venti se il Bando periferie cassato dal Governo dovesse riemergere. E i numeri che, al momento e con l’estate sul viale del tramonto, premiano gli investimenti del Comune di Padova nel settore del turismo. Che cresce (+ 9 per cento di media) anche nei primi mesi del 2018, sfruttando il volano dello scorso anno che aveva visto Padova protagonista di un boom quasi storico. Ma l’exploit del turismo sembra già acqua passata stando alle prime rilevazioni del Comune, in attesa che a fine anno sia la Regione a fornire i dati su cui fare le classifiche. In questi primi sette mesi del 2018 la sola Cappella degli Scrovegni ha visto passare più di 150 mila visitatori (a luglio erano il 12 per cento in più) con una proiezione che porterebbe il capolavoro di Giotto ad essere visto nel 2018 da circa 320 mila visitatori, quando nel 2017 ci si era fermati poco sopra quota 300 mila. Un traguardo che sembra alla portata dal momento che fino allo scorso luglio erano più di 250 mila i turisti arrivati a Padova. Anche qui con un incremento medio vicino all’otto per cento sullo stesso periodo dell’anno passato.
 
Numeri capaci di far sognare l’assessorato e il settore Cultura di Palazzo Moroni che, senza dirlo troppo forte, hanno già messo nel mirino il prossimo obiettivo. “Stiamo ancora aspettando i dati parziali e poi ci saranno quelli definitivi, ma è chiaro che mi auguro di toccare quota 650mila arrivi con le presenze che possano assestarsi attorno a milione e trecento mila. Finora la media è il mezzo milione di turisti, ma possiamo far di più”. Un risultato, analizza ancora il settore Cultura del Comune, frutto non soltanto delle bellezze universalmente riconosciute come Prato della Valle, il Bo, l’Orto Botanico (sito Unesco), la Cappella degli Scrovegni o il ciclo trecentesco del Santo e del Battistero, al centro della candidatura di Padova Urbs Picta a sito Unesco, ma anche del mix tra le monografiche che sono state realizzate nei mesi scorsi (Pesce e Mirò) o che verranno allestite di qui a poche settimane – su tutte la mostra che partirà il 22 settembre su Ligabue ai musei civici degli Eremitani e la settimana dopo, il 28 settembre, l’esposizione su Gauguin e gli Impressionisti di scena a Palazzo Zabarella – e il cartellone estivo e invernale di concerti stilato da Zed, capace di intercettare e portare sotto le Cupole di Sant’Antonio un pubblico del tutto diverso dal precedente. Un pubblico che però, come gli appassionati di arte pittorica, che sta sempre più riconoscendo in Padova un centro della cultura. Anche perché a novembre Padova diventerà il fulcro delle celebrazioni per il centenario dalla firma dell’armistizio che pose fine alla Prima Guerra mondiale. Un appuntamento che porterà in città diversi appassionati e studiosi del settore, grazie ad un convegno sulla pace organizzato dal Bo e dall’università di Innsbruck. E con i dati parziali che non fanno altro se non confermare questa tendenza, ecco che a mostrare lo stacco di Padova sono i dati – questi sì completi – relativi all’afflusso di turisti negli ultimi sette anni. Quelli in cui la città del Pedrocchi – manco a dirlo, il caffè storico è tra i monumenti più visitati anche nel 2018 – ha messo a segno un balzo in avanti da guinness con un incremento del 55,6% delle proprie presenze turistiche, entrando di diritto nella “top five” delle maggiori città d’arte italiane. Nel 2017, infatti, Padova è diventata la quarta città d’arte in Italia per incremento di visitatori, dopo Matera, Napoli e Verona. In Veneto, solo Verona (+62,7%) ha fatto meglio come performance sul periodo in questione, mentre a livello nazionale le due regine assolute sono state Napoli (+91,3%) e Matera (+176%), capitale europea della Cultura per il 2019.
Nicola Munaro 
Ultimo aggiornamento: 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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