Baristi esasperati: «Derubati e presi in giro, basta, ora ci difenderemo»

Sabato 18 Agosto 2018 di Mauro Giacon
Riccardo Maniscalco, 33 anni
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PADOVA «È deprimente, a cento metri da piazza Insurrezione, pieno centro, ti sfondano il negozio o la vetrata del bar, ti fregano la roba e poi ritornano anche, passando in bicicletta per sfotterti. Ma adesso basta, ci difenderemo».
Riccardo Maniscalco, ha 33 anni e un’esperienza dura a Milano, prima di prendere il coraggio di mettersi in proprio e gestire il “B Gall” in Galleria Borromeo. L’altra notte gli hanno divelto la porta d’ingresso, spaccato la vetrata per portargli via tutta la cassa (non solo il registratore, anche il mobiletto) e sei bottiglie di champagne. «Avrò 3 mila euro di danni oltre ai 600 euro del furto. Ma si può?».
 
IN SUCCESSIONE
Maniscalco è esasperato e come lui anche gli altri esercenti si guardano attorno attoniti. «Lo sa che sabato notte ci hanno provato anche con il ristorante “Il Crudo” qui vicino? Solita storia, il piede di porco e un mattone di quelli da cantiere stradale. Il ragazzo che alle due stava chiudendo il mio locale mi ha detto che c’erano dei movimenti strani e io sono rimasto alzato tutta la notte a guardare le telecamere. In effetti ho visto due “extra” aggirarsi intorno. Ma si può?»
«Per fortuna dopo che è scattato l’allarme la struttura anche se molto danneggiata ha resistito e non sono potuti entrare. Ma si sono rifatti con il mio locale. Dopo che avevo speso 9mila euro per rifare le vetrate. E dire che non chiudiamo mai, ma l’abbiamo fatto per due giorni a ferragosto, dato che non c’è nessuno. E invece eccoci qui. Ho chiamato 20 vetrerie e non mi rispondono, eppure io vorrei aprire lo stesso».
Ed ecco il dato monstre. «Lo sa che in due mesi questo è il sesto colpo che fanno? Hanno battuto a tappeto tutti gli esercizi, ora ne mancano solo tre e siamo a posto». Già la zona che un tempo stava diventando la più chic di Padova oggi si è impoverita, ora gli attacchi non sono certo un buon segno.
«Li conosciamo poi, sapremmo individuarli. Quello che ha rubato le scarpe del negozio qui a fianco è uno spacciatore delle piazze che se le mette quando passa in bicicletta qui davanti per sfotterci. Il proprietario le conosce perché sono una creazione particolare». É evidente però che qualcuno crede di poter agire con una certa impunità in quella zona se lo stesso trattamento è stato riservato a il “Box” all’abbigliamento “Cappelletto” a “So... Rivà” e al “The Local”.
L’AUTODIFESA
E ora che farete? «Non lo so ma credo che abbiamo esaurito tutte le strade gentili. Ho passato ore al telefono con le centrali delle forze dell’ordine che mi rimbalzano da una all’altra per poi farmi capire alla fine che hanno le mani legate. Personalmente ieri ho scritto all’assessore Bressa che mi ha risposto dicendo che manderà più vigili e interesserà questura e carabinieri».
«Ma cosa vuole - commenta - non è questo il problema. La pattuglia arriva e dopo due ore loro ritornano. Altro che retate. Dopo li mollano e loro sono di nuovo in giro. É che bisognerebbe rispedirli tutti a casa e lei capisce anche come».
E chiude: «Ma davvero li pensa che io pago le tasse lavoro come un dannato e possa stare qui a farmi prendere in giro? Troveremo dei sistemi per immobilizzarli, non li faccio mangiare a casa nostra, questa storia deve finire, magari con una scacciacani o una a pallini, qualcuno lo stendiamo finchè non arriva la pattuglia».
Mauro Giacon

Ultimo aggiornamento: 12:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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