Controllo del vicinato, a Padova le sentinelle sono oltre duemila

Venerdì 19 Ottobre 2018 di Gabriele Pipia
Controlli di vicinato ad Albignasego
4
PADOVA Erano nati come gruppi spontanei di cittadini accomunati dalla paura di trovarsi i ladri in casa. Negli ultimi anni sono stati riconosciuti ufficialmente dalla prefettura e ora nel Padovano si contano oltre duemila sentinelle. Mentre il “Controllo del vicinato” continua a crescere in tutta la provincia, la Regione è pronta a metterci il cappello. Il leghista Roberto Ciambetti, infatti, ha appena presentato un progetto di legge regionale con lo scopo di sostenere queste attività. «È un riconoscimento importante al nostro lavoro, attendiamo fiduciosi» commenta il coordinatore provinciale Giorgio Tripodi mentre aggiorna l’elenco dei comuni interessati. L’ultimo gruppo, nato una settimana fa, è quello di Agna.
 
Per ora le adesioni sono una ventina ma la volontà è quella di crescere in fretta sulla scia degli altri gruppi già ben strutturati. 
IL METODO
I Comuni sono suddivisi per strade oppure per quartieri. Chi aderisce al “Controllo del vicinato” vigila sul proprio territorio segnalando episodi e movimenti sospetti su un gruppo WhatsApp. Le segnalazioni vengono valutate e, se ritenute affidabili, un coordinatore inoltra l’informazione alle forze dell’ordine. «Se un cittadino nota un furto in atto ovviamente è bene che chiami subito le forze dell’ordine e solo successivamente avvisi il gruppo WhatsApp» aggiunge Giorgio Tripodi, anima del gruppo di Montegrotto, tornando poi a premere su un concetto per lui fondamentale: «La nostra è solo una vigilanza statica - spiega -. Qui siamo molto distanti dalle ronde in strada. Non c’è nulla di pericoloso». 
I gruppi sono legati ad un’associazione nazionale che sottoscrive assieme ai Comuni interessati dei protocolli con la Prefettura, per poi creare un filo diretto tra i propri referenti e le centrali operative di carabinieri, vigili e polizia.
LA STORIA
Attualmente i comuni coinvolti sono cinque ma entro Natale potrebbero raddoppiare. Il primo gruppo si è formato nel 2015 ad Albignasego e oggi gli aderenti sono oltre 300. Un anno dopo è toccato a Montegrotto (700 persone coinvolte) e Vigonza (dove si contano addirittura 750 cittadini suddivisi in 13 gruppi). L’anno scorso è stata la volta di Cadoneghe dove i cittadini interessati sono circa 200. Da pochi giorni, infine, è nato il gruppo di Agna. Parliamo di oltre duemila sentinelle padovane, ma il numero lieviterà nei prossimi mesi. 
Il comune di Padova è già a buon punto e merita un discorso a parte (nella pagina accanto). In dirittura d’arrivo è anche il gruppo di Galliera Veneta: mancano pochi dettagli e dovrebbe partire entro dicembre. In corso di attivazione ci sono infine i gruppi di Carmignano, Cittadella, Due Carrare, Noventa, Selvazzano e Vigodarzere. 
I FINANZIAMENTI
La proposta di legge regionale, sottoscritta da 12 consiglieri di Lega, Lista Zaia e Centrodestra Veneto, prevede la spesa di 300mila euro nei prossimi due anni per la creazione di sportelli informativi e altre attività legate al consolidamento dei gruppi.
«Attendo di leggere per bene la proposta di legge - osserva Tripodi -. Fino ad ora il nostro punto di riferimento è stato il prefetto Franceschelli, persona squisita che ha manifestato fin da subito interesse. Se ci sarà un appoggio istituzionale in più, non potrà che far bene». Ma i gruppi, intanto, fanno bene alla sicurezza dei quartieri? «I furti sono in calo - risponde il coordinatore -. Non possiamo misurare in modo scientifico il legame tra questo dato e la nostra attività, ma di certo siamo un buon deterrente. E poi aiutiamo la socializzazione tra vicini». Una pizza in compagnia, quindi, con uno sguardo a WhatsApp. 
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci