Centro sociale sgomberato, sotto inchiesta 58 no global

Sabato 28 Luglio 2018 di Marina Lucchin
Centro sociale sgomberato, sotto inchiesta 58 no global
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PADOVA - Lo sgombero di una palazzina, 13 perquisizioni, 58 persone indagate, 11 delle quali accusate anche di associazione a delinquere oltre che di occupazione abusiva, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. È il risultato del blitz della polizia scattato ieri a Padova per liberare dall’occupazione del Collettivo politico Gramigna, durata anni, uno stabile nel centrale quartiere Palestro, di proprietà dell’Ater e concesso in comodato all’associazione Sordi Veneto, che in mattinata ha provveduto a portarvi all’interno gli arredi. Una ottantina tra poliziotti e carabinieri ha chiuso gli accessi alla strada e ha supervisionato i lavori della squadra di traslocatori che prima ha svuotato la palazzina e poi vi ha portato dentro quanto necessario all’associazione Sordi Veneto per iniziare la sua attività in quella che sarà la nuova sede.

 
LE MINACCE
L’immobile era già stato sgomberato dagli agenti della Digos il 12 aprile, tanto che l’Ater aveva avviato i lavori di ristrutturazione volti a eliminare alcune barriere architettoniche. Due giorni prima dell’ingresso dell’associazione, però, i militanti del Gramigna l’avevano ri-occupato, prendendosela anche i nuovi “inquilini”. «Siamo stati minacciati. Sono comparse anche scritte intimidatorie. Ma noi vogliamo ringraziare l’Ater che ci ha dato questa opportunità», assicurano i dirigenti regionali di Sordi Veneto. Ieri mattina sono state eseguite 13 perquisizioni e denunciate complessivamente 58 persone, 11 delle quali facevano parte di un’associazione a delinquere denominata “Comitato di lotta della casa” che, sotto le mentite spoglie di “sportello antisfratto”, avrebbe pianificato, organizzato ed eseguito almeno 12 occupazioni abusive di singole case o di interi stabili di proprietà pubblica e ha, in più di un centinaio di occasioni, usato violenza e opposto resistenza nei confronti degli ufficiali giudiziari, impedendo loro di dare esecuzione agli sfratti decretati dal Tribunale .
CHI SONO
Gli 11 indagati che ieri mattina hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sono Francesco Pensabene, 29 anni; Francesca Calore, 28 anni; Maria Giachi, 29 anni, Martin Freeberger, 28 anni; Andrea D’Amico, 27 anni; Lorenzo Redivo, 59 anni; Francesca Vegro, 23 anni; Riccardo Chiancarini, 30; Stefano Minore, 27 anni; Ludovico Faret, 29 anni; Andrea Scantamburlo, 54 anni, già condannato a tre anni nell’ambito del processo Nuove Br. Lo Sportello Antisfratto, inizialmente nato per dare assistenza alle persone residenti nel quartiere Palestro, come hanno spiegato il funzionario della Digos di Padova, Pasquale Scognamiglio, e il questore Paolo Fassari, si sarebbe tradotto in realtà in un’articolazione del sodalizio che aveva come compito specifico quello di acquisire e selezionare le richieste di assistenza dei nuclei familiari di extracomunitari in difficoltà abitativa. Gli indagati, contando sul fatto che gli stranieri non conoscevano bene le strutture istituzionali per l’assistenza, «si spacciavano inizialmente come addetti ai servizi di supporto al disagio abitativo e solo successivamente, dopo averli “fidelizzati” con ripetuti incontri, proponevano loro la soluzione dell’occupazione abusiva e della resistenza violenta agli sfratti». Questo coinvolgendo anche dei minori: «Spostavano le famiglie con figli piccoli, usati al solo scopo di elevare il livello di conflittualità», evidenzia Scognamiglio.
PER ANNI
I reati sono stati commessi dal 2013 fino a tutto il 2017: sfratti e occupazioni di singole abitazioni dell’Ater, sempre nel quartiere Palestro, ma anche intere palazzine disabitate, come una di proprietà dell’Esu e destinata agli studenti. Buona parte degli appartamenti veniva data alle famiglie in emergenza abitativa, ma in quest’ultimo caso, l’attico era stato riservato proprio ad alcuni militanti del Gramigna. L’immobile sgomberato ieri, al numero 10 di via Varese, era diventata la sede operativa del Comitato, dove sia gli 11 accusati di associazione a delinquere, sia gli altri 47 denunciati a vario titolo, si incontravano in riunioni settimanali - il mercoledì - per stabilire obiettivi e strategie da seguire durante le occupazioni, o le opposizioni agli sfratti.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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