La scelta del sindaco: non sarà più vietato chiedere la carità

Domenica 1 Luglio 2018
La scelta del sindaco: non sarà più vietato chiedere la carità
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PADOVA - Non sarà più vietato chiedere la carità a Padova. Il sindaco Giordani porta in consiglio comunale la modifica del regolamento di polizia urbana messo a punto dal suo predecessore Bitonci che multava con 100 euro non solo l'accattonaggio molesto ma anche la semplice richiesta di elemosina.

NON AI POVERI
«Intendiamoci, non sono un buonista. Ma perché punire un povero? Non è già stato punito dalla vita? Dunque chi chiede la carità senza dare fastidio a nessuno e senza essere invadente in una città civile non è punito perché la  povertà in sé non è una colpa. Dunque era un provvedimento inutile e feroce contro chi non ha nulla. Invece deve essere chiaro che se chiedi soldi in maniera molesta, sei invadente, disturbi le persone, usi minorenni, sei arrogante con i cittadini e li fai sentire a disagio devi essere multato, e lo stiamo continuando a fare da quando sono diventato sindaco».
«PREVENZIONE»
Da quando è arrivato, un anno fa, Giordani ha mostrato un altro modo di fare sicurezza. «La sicurezza è anzitutto prevenzione di lungo termine, cioè mettere in atto oggi provvedimenti e scelte che daranno i loro frutti gradualmente ma in maniera costante. Ad esempio vetrine aperte e manifestazioni nei quartieri. Ne stiamo facendo di continuo. Poi come Giunta abbiamo scelto di incrementare i fondi con centinaia di migliaia di euro per attività che facciano incontrare la gente, non più solo nel nostro centro storico ma in tutti i quartieri. Il diritto a incontrarsi e a non sentirsi più soli vale per chi sta in piazza come per chi sta in periferia. Dove c'è un momento di festa e cultura c'è un delinquente che deve fare armi e bagagli e allontanarsi, il deserto non porta sicurezza, la luce, come il progetto di illuminare a led tutta l'Arcella con 20 milioni, invece sì».
DASPO
Però fra poco anche a Padova sarà possibile il daspo urbano (in pratica un allontanamento) applicato a parchi, scuole e luoghi turistici. Provvedimento al vaglio della commissione sicurezza proprio domani. «Il daspo è uno strumento che viene dai provvedimenti Minniti e che recepiremo come regolamento di polizia urbana. Può essere uno strumento in più ma guai a dargli facoltà miracolistiche, guai a usarlo per fare propaganda con provvedimenti spot che magari colpendo qualche poveraccio a strascico puntano solo a fare notizia. Va usato con intelligenza e misura nelle situazioni di vero pericolo o criticità sennò perde di efficacia. Poi va fatta chiarezza, il daspo non lo firma e dispone il sindaco ma gli agenti di polizia locale dove necessario e poi in ultima istanza solo il Questore può decidere provvedimenti più stringenti. La retorica dei sindaci sceriffo non serve ai cittadini per essere più sicuri».
VOLONTARI
A proposito di cittadini, dopo la firma del protocollo con il prefetto il controllo di vicinato sta per diventare realtà. Fra poco cominceranno i corsi per i volontari. «Ai cittadini dico, non accontentatevi dell'illusione di percepire un quartiere più sicuro per una notte perché riusciamo a fare un servizio in più. Quello che invece si deve chiedere a un amministrazione è di immaginare trasformazioni in meglio di un quartiere tramite grandi operazioni che cambiano per sempre le zone più critiche. Questo stiamo provando a fare, un esempio è porre la nuova questura in via Anelli. Quanto ai volontari non faranno certo gli sceriffi». «Quello che invece mi sento di rivendicare come nostro - conclude - è aver finanziato il progetto che triplica la videosorveglianza con oltre 600 punti di osservazione attivi a regime in tutta la città».
Mauro Giacon
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Ultimo aggiornamento: 19:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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