Sorpresi con i richiami vietati, denunciati sei cacciatori

Sabato 24 Novembre 2018 di Cesare Arcolini
Un cacciatore
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PIOMBINO DESE -  Cacciatori nel mirino della giustizia. A tutela di chi porta avanti l’attività venatoria rispettando le regole, è scattata una task force su buona parte del territorio provinciale per avere un quadro della situazione il più possibile chiaro. E i numeri dell’attività sono molto preoccupanti. Stroncata una rete di cacciatori di età compresa tra i 30 e i 55 anni che riuscivano a triplicare i risultati della battuta di caccia, non curanti del fatto che molti degli uccelli abbattuti fossero protetti.
 
Duro colpo a cacciatori che utilizzano strumentazione non a norma per portare avanti senza scrupoli l’attività venatoria. Durante un servizio mirato nell’alta padovana i carabinieri del Reparto forestale hanno denunciato sei cacciatori. Sono stati scoperti in flagranza mentre utilizzavano richiami elettroacustici per stordire gli eccelli e aumentare le possibilità di portare a casa un bel po’ di selvaggina. Questo tipo di strumenti sono vietati se detenuti e utilizzati durante l’attività venatoria. I sei cacciatori sono stati pizzicati in flagranza e non appena i militari si sono identificati i trasgressori non hanno potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità. Durante l’attività operativa, che ha interessato i comuni di Piombino Dese, Piazzola sul Brenta, Carmignano di Brenta, Curtarolo, Villafranca Padovana, Campodoro e Lozzo Atestino i carabinieri hanno sequestrato cinque fucili, sei richiami vietati e numerosi capi di uccelli abbattuti. Uno dei cacciatori sottoposto al controllo è stato denunciato per aver abbattuto specie rigorosamente protette come il Migliarino di palude, tutelato dalla Convenzione di Berna. L’attività ha interessato una ventina di carabinieri che in abiti civili si sono mimetizzati nella vegetazione in attesa di pizzicare in flagranza eventuali trasgressori. L’attività venatoria, dati alla mano, è in continua espansione. Proprio per questo i carabinieri del Reparto forestale stanno potenziando i pattugliamenti. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono soprattutto gli uccelli migratori che sono tra i bersagli più ambiti di cacciatori senza scrupoli. Attraverso una attenta attività d’indagine i militari hanno scoperto che durante la fase di migrazione degli uccelli nel periodo compreso tra ottobre e novembre i cacciatori sono soliti nascondersi in alcune capanne precedentemente preparate. Poi, minuti di richiami vivi e elettroacustici di cui è proibito l’uso, si mettono in posizione in attesa che passino i branchi. Con tanto di fucile col colpo in canna, al momento opportuno parte la mattanza alla faccia di ogni regolamento. I cacciatori denunciati rischiano pesanti ripercussioni e non è detto che gli venga rinnovata la licenza di caccia. L’attività dell’Arma è inoltre concentrata per evitare che l’attività venatoria si spinga troppo vicino al centro abitato. In più di un’occasione, infatti, si sono registrati incidenti anche di una certa gravità.
Cesare Arcolini
Ultimo aggiornamento: 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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