Nuovo ospedale. L'ultimatum di Zaia: «Subito l'area o la partita per noi si conclude qui»

Mercoledì 4 Luglio 2018 di Federica Cappellato
Nuovo ospedale. L'ultimatum di Zaia: «Subito l'area o la partita per noi si conclude qui»
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PADOVA - «Siamo oltre i tempi supplementari, per usare un termine calcistico». Il governatore veneto Luca Zaia lancia un ultimatum al sindaco Sergio Giordani: acceleri, o per il nuovo policlinico della città sarà il requiem. «Per quanto riguarda l'ospedale di Padova, penso che di mesi ne siano passati a sufficienza. L'accordo che abbiamo firmato per la cessione delle aree - ricorda il presidente della Regione - risale ormai a dicembre. Sono passati già sette mesi e dal Comune di Padova non abbiamo avuto nessuna notizia. A questo punto sono terminati anche i tempi supplementari. È arrivato il momento di chiedere formalmente al Comune di Padova la cessione delle aree, altrimenti per noi la partita si chiude qui».

 
IL NODOSenza terreni in cessione gratuita, il grande libro sul nuovo nosocomio con campus universitario si esaurisce sul prologo. O è in disponibilità il grande prato verde dove nascono speranze, o niente, arrivederci e grazie. Era il 21 dicembre dello scorso anno quando, come regalo di Natale alla città, Zaia e Giordani firmarono l'accordo sia per la realizzazione del nuovo policlinico nell'area individuata a Padova Est, sia per la riqualificazione dell'attuale superficie di via Giustiniani. Un'operazione valutata in circa 700 milioni di euro complessivi d'investimento (500 per il nuovo ospedale e 200 per il Giustinianeo), che dovrebbe portare a realizzare novecento posti letto ad altissima specializzazione a Est e altri novecento, con funzioni diverse e non sovrapposte, nell'attuale nosocomio, opportunamente riqualificato.
LA FIRMALa sigla dell'atto, che ebbe valore giuridico a tutti gli effetti sulla base dell'articolo 15 della legge nazionale 241 del 1990, avvenne a Palazzo Balbi alla presenza dell'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, degli assessori regionali padovani Roberto Marcato e Giuseppe Pan, dei direttori generali della Sanità veneta Domenico Mantoan e dell'Azienda ospedaliera Luciano Flor, del presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Fabrizio Boron.
I TERRENITra i pilastri dell'accordo, la cessione gratuita delle aree di Padova Est dal Comune di Padova alla Regione, l'impegno della Regione alla riqualificazione del Giustinianeo con la cessione al Comune delle aree che verranno liberate e bonificate per realizzare il Parco cittadino delle Mura, il mantenimento della qualificazione di struttura pubblica dell'attuale sede dell'Istituto oncologico veneto, che eviterà così eventuali manovre speculative, l'impegno condiviso a non realizzare strutture con funzioni sanitarie sovrapposte.
I TEMPISalvo imprevisti, il nuovo Policlinico di Padova dovrebbe essere realizzato in circa otto anni, tre dei quali di pratiche burocratiche e di progettazione. Poi toccherà alle ruspe. Sul fronte risorse economiche, la scelta ricadde su sei diverse strade da battere in contemporanea: i finanziamenti nazionali ex articolo 20 per l'edilizia ospedaliera, che il Governo peraltro non attiva dal 2007, filone nel quale un'opera del genere rientrerebbe a tutti gli effetti, finanziamenti della Regione che ha già dimostrato di voler fare la sua parte stanziando a più riprese 50 milioni di euro l'anno, poi utilizzati di volta in volta per opere sanitarie diverse dal momento che questa stentava a decollare, l'accesso ai fondi della Cassa depositi e prestiti, il finanziamento, già chiesto, dell'Inail nell'ambito delle sue strategie di investimento immobiliare, l'intervento della Banca europea per gli investimenti (la Bei) con la quale esiste già un'interlocuzione, l'intervento infine di un eventuale equity privato, che non deve significare per forza project financing. 
I DUE POLIL'accordo specificava anche che i contenuti sanitari dei due ospedali saranno complessivamente destinati a soddisfare i bisogni dei cittadini padovani e del restante territorio sia regionale, che nazionale, che internazionale, e saranno definiti dalla Regione nel rispetto della programmazione sanitaria, evitando sovrapposizioni e duplicazioni non funzionali all'assistenza. Sette mesi dopo, Zaia chiede di fare sintesi. E procedere.
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