Salvò sotto la pioggia un uomo centrato da un fulmine: addio al medico eroe Remy Joel

Il ricordo del dottor Michele Zuffante: «Era un grande medico, piaceva ai colleghi e ai pazienti perché aveva un cuore d’oro»

Domenica 7 Gennaio 2024 di Elisa Fais
Remy Joel Egoue Mongoue morto a 42 anni e Michele Zuffante, responsabile di Medicina nucleare

PADOVA - E’ morto il medico eroe che, lo scorso 21 luglio, ha salvato la vita a un uomo colpito da un fulmine sotto un albero a Porta Nuova, a Verona. La notizia aveva fatto il giro del Paese nel bel mezzo di un’estate bersagliata dal maltempo, suscitando approvazione e stima da parte delle istituzioni e del popolo del web. Ricoverato in condizioni critiche da diversi mesi nella terapia intensiva dell’ospedale Sant’Antonio di Padova, ieri Remy Joel Egoue Mongoue è stato sconfitto dalla malattia a soli 42 anni.

Dottore della Medicina nucleare dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona di origini camerunensi e laureato in Italia, Egoue Mongoue viveva a Padova. Addolorata la compagna, anche lei medico, che si è chiusa nel silenzio. 

L’EPISODIO 
L’intervento del dottor Egoue Mongoue si è rivelato fondamentale per rianimare l’uomo colpito dal fulmine lo scorso luglio, perché la gravità dell’arresto cardiaco, dovuto alla potente scossa elettrica, avrebbe potuto generare lesioni cerebrali permanenti. La fortuna per il cittadino straniero è stata che, proprio nel momento in cui il fulmine l’ha colpito, Remy Joel Egoue Mongoue stava passando in bicicletta per andare in stazione a prendere un treno. Il dottor Egoue Mengoue ha subito praticato il massaggio cardiaco impedendo al cuore di fermarsi, ha chiamato il 118 e quando l’auto medica è arrivata il cuore fibrillava ancora ripartendo alla prima scossa. La tempestività delle azioni ha prodotto il lieto fine della assenza di complicanze permanenti. All’arrivo in ospedale il paziente è stato prima stabilizzato in Pronto soccorso e poi trasferito in Terapia intensiva, dove è rimasto due giorni in stretta sorveglianza. In seguito è stato spostato in cardiologia, dal professor Flavio Ribichini, che lo ha dimesso a nemmeno una settimana dall’episodio.

«Se non ci fosse stato Joel non sarebbe finita così - commenta il dottor Michele Zuffante, responsabile di Medicina nucleare -. Il collega ha subito capito la gravità e ha permesso a questa persona di salvarsi senza conseguenze. Il tutto in condizioni difficili, mentre infuriava il temporale e con il telefono fradicio che faceva fatica a funzionare. Joel non ha dormito due notti fino a quando il paziente non è stato fuori pericolo. L’avrebbe fatto chiunque, diceva Joel». Zuffante, poi, lo ricorda così: «Era un grande medico, una persona molto riservata ma di grande umanità. Piaceva ai colleghi e ai pazienti perché aveva un cuore d’oro. Si è sempre presentato a lavoro, nonostante la malattia, fino a quando i sintomi gliel’hanno concesso».

IL CORDOGLIO
La notizia della morte del dottor Egoue Mongoue nelle scorse ore si è presto diffusa tra i colleghi dell’Azienda Ospedaliera di Verona, che lo ricordano con commozione e profondo affetto. Lo descrivono come una persona sorridente, altruista e sempre ligia al dovere. Il 42enne è riuscito a lavorare nel reparto di Medicina nucleare di Verona fino a pochi giorni prima di Ferragosto, poi è arrivato il ricovero all’ospedale Sant’Antonio a Padova e la lunga lotta contro una malattia neurologica irreversibile. Il 21 luglio, quando ha salvato quell’uomo, il dottor Egoue Mongoue stava già male: tra un’intervista e l’altra nascondeva la preoccupazione. Proprio in quei giorni, infatti, il 42enne aveva iniziato a sottoporsi a maggiori accertamenti. 
 

Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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