PADOVA - Nel tardo pomeriggio del due giugno il ministro degli Interni, Marco Minniti, arriva città per un'iniziativa elettorale a sostegno del candidato sindaco dei Dem, Sergio Giordani, ad accoglierlo il sit-in dell'associazione «Padova accoglie», che contesta le nuove norme sul diritto d'asilo introdotte dal decreto Minniti, una cinquantina di no global, "armati" di cartelli, striscioni e megafono recita slogan contro il ministro sul Liston, vicino al Caffè Pedrocchi. La zona è transennata e sono numerose le forze dell'ordine - polizia e carabinieri - spiegate per garantire la sicurezza del ministro.
Gli unici momenti di tensione li ha causati una telefonata anonima, arrivata ieri, che annunciava per oggi l'esplosione di una bomba in piazza, durante la festa della Repubblica. L'annuncio aveva fatto scattare l'allarme delle forze dell'ordine con l'intervento degli artificieri e con un controllo minuzioso in tutta l'area della città . Il Ros Carabinieri, in collaborazione con i colleghi dei Comandi Provinciali di Padova e Treviso, e con il coordinamento del Consigliere Adelchi d'Ippolito e di Paola Mossa, rispettivamente Capo e Sostituta della Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Venezia, sono riusciti a scoprire che la telefonata era partita dal carcere due Palazzi: a farla era stata un detenuto (LEGGI LA NOTIZIA).
Questa mattina invece una vetrina è stata mandata in frantumi ed è comparsa la scritta «Minniti boia». L'atto vandalico è stato compiuto la notte scorsa contro la sede del Pd di piazzetta Forcellini. Sulla vicenda indaga la Digos (LEGGI LA NOTIZIA).
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