Dalle bici agli ultraleggeri, in duemila per salvare il Parco dei Colli

Domenica 12 Marzo 2017
Dalle bici agli ultraleggeri, in duemila per salvare il Parco dei Colli
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MONSELICE - Una grande scritta visibile dall’alto, fatta di corpi e cartoncini, a comporre un cuore rosso e la parola “Parco”. Si è conclusa così, in un campo nell’area di Ca’ Barbaro, la manifestazione “In marcia per salvare il Parco Colli”, organizzata dal Coordinamento associazioni ambientaliste del Parco Colli. Quasi duemila le persone che alle 15.30 si sono radunate di fronte alla chiesa della frazione di Marendole, provenienti da ogni parte della provincia padovana e con mezzi differenti: chi in auto, chi in bicicletta, chi a piedi, chi a cavallo, chi addirittura sorvolando la zona in deltaplano o su un ultraleggero. Ha sfilato in bici anche il candidato sindaco di Padova per Coalizione civica Arturo Lorenzoni. Tantissime le adesioni ricevute dal Coordinamento e non solo da parte delle associazioni ambientaliste. Hanno infatti preso parte all’evento moltissimi semplici cittadini, ma anche amministratori del territorio.
I primi a partire, alle 13.30, sono stati da Padova circa cento ciclisti, molti dei quali di Legambiente. Alle 14.30 sono poi partiti alla volta di Marendole gli altri gruppi, raccoltisi a Baone, Este e al Parco Buzzaccarini. «È stata una giornata di festa. – commenta entusiasta Francesco Miazzi, tra gli organizzatori dell’evento – Il segnale che si è registrato è che, se prima il Parco Colli veniva vissuto come qualcosa verso cui essere ostili, ora l’approccio è profondamente mutato. La gente ama il proprio territorio, vuole difenderlo e valorizzarlo». Il messaggio che i partecipanti alla marcia hanno voluto inviare alla giunta Zaia, con la loro cartolina umana, è appunto questo. Nessuno stop alla mobilitazione, soprattutto ora, visto che il vero nodo rimane il disegno di legge 143, quello di riordino dei Parchi regionali. «L’ho detto e lo ribadisco: questa proposta di legge smantellerebbe i piani ambientali vigenti. – denuncia Miazzi – Al Parco rimarrebbero solo le competenze di carattere ambientale, dal momento che si demanderebbe ai Comuni la gestione degli aspetti paesaggistici e urbanistici, togliendo quindi al Parco quella unitarietà di progetto che lo contraddistingueva». Miazzi rivendica una governance allargata anche al mondo dell’associazionismo. «Dalle associazioni ambientaliste a quelle di categoria, tutte dovrebbero avere la possibilità di dare il proprio contributo in termini di propositività. – conclude – Del resto il Parco, se valorizzato adeguatamente, rappresenta un’opportunità anche dal punto di vista economico per tante realtà del territorio».
 

 

Ultimo aggiornamento: 20:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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