Promettono di assumerlo, poi ​ci ripensano: «Ci siamo sbagliati»

Venerdì 8 Giugno 2018 di Maria Elena Pattaro
Promettono di assumerlo, poi ci ripensano: «Ci siamo sbagliati»
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BORGO VENETO - Alla scadenza del contratto avrebbe dovuto ottenerne uno a tempo indeterminato, invece l'azienda l'ha lasciato a casa. E' l'ennesimo round nel braccio di ferro tra i dipendenti del colorificio Eurocolori di Borgo Veneto e la multinazionale San Marco, che un anno fa ha acquistato la fabbrica padovana.
A fare le spese di quello che i nuovi proprietari definiscono un errore è un dipendente straniero, assunto a tempo determinato nella fabbrica di Megliadino San Fidenzio. A febbraio l'azienda gli aveva spedito una raccomandata in cui diceva che, allo scadere del contratto in vigore,  l'operaio sarebbe stato assunto a tempo indeterminato in vista del trasferimento della produzione nello stabilimento di Marcon (Venezia), previsto entro settembre. Durante i colloqui individuali tra i dipendenti e la proprietà, infatti, lo straniero, pur di non rimanere senza lavoro, aveva detto di essere disposto a trasferirsi nella nuova sede. E la sua disponibilità sembrava essere stata premiata, o almeno così credeva il dipendente, fino al giorno del rinnovo del contratto. Lunedì mattina l'operaio si è presentato al lavoro, convinto di firmare il nuovo accordo, ma il direttore del personale lo ha rispedito a casa perché il contratto ormai era scaduto. A quel punto è sceso in campo il sindacato: alle richieste di spiegazione la San Marco ha risposto che c'era stato un errore, proponendo come risarcimento un contratto di due mesi.

«L'ennesimo grave episodio, contro il quale faremo subito ricorso alle autorità competenti afferma la Filctem Cgil di Padova è un gesto che conferma la volontà della San Marco di portarsi via le lavorazioni di Eurocolori scaricando i dipendenti».

Una prova di questa strategia, secondo la Filctem, è il rifiuto da parte dell'azienda di qualsiasi confronto con il sindacato su un accordo collettivo.
Al passaggio di proprietà i nuovi acquirenti avevano assicurato che Eurocolori avrebbe mantenuto sia la propria autonomia operativa, sia la propria identità: nessuno dei circa 20 operai sarebbe stato licenziato. A novembre il cambio di rotta: le lavorazioni sarebbero state trasferite da Megliadino San Fidenzio a Marcon, dove un capannone vuoto avrebbe permesso di ampliare gli impianti. «Non c'è stato un tavolo di trattativa con l'azienda, che anzi ha estromesso i sindacati avviando colloqui individuali afferma il sindacalista Simone Silvan e tuttora non sappiamo a quali condizioni verranno trasferiti i dipendenti». Le intenzione della Filctem, che l'anno scorso aveva organizzato vari scioperi, erano da un lato ottenere degli incentivi per i dipendenti disposti a percorrere circa 200 chilometri al giorno per raggiungere la nuova sede, dall'altro negoziare le condizioni di licenziamento per chi aveva deciso di cercare impiego altrove. Invece il sindacato si è trovato di fronte un muro: «Il gruppo San Marco afferma la Filctem sta calpestando i diritti dei lavoratori».
Ultimo aggiornamento: 12:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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