I viaggi e i reportage, l'inviato speciale Tomaselli celebrato da una graphic novel

Cesco Tomaselli è stato giornalista del Gazzettino e del Corriere della Sera: il testo è edito in collaborazione con il Comune di Borgoricco

Martedì 26 Marzo 2024 di Alessandro Marzo Magno
Cesco Tomaselli

Tutto su Cesco Tomaselli, uno dei più importanti inviati speciali del "Corriere della sera" del tempo che fu: esce una graphic novel su di lui, edita da Becco Giallo, con testi di Nicoletta Masetto e disegni a Matteo Mancini e Irene Carbone. Il testo sarà in libreria dal 5 aprile. Tomaselli viveva a Milano, poiché ha lavorato per quasi quarant'anni al "Corriere", ma era nato a Venezia e frequentava spesso a Borgoricco la villa di famiglia della moglie, Annamaria Bressan, detta Anita.

Nella cittadina del padovano, infatti, è sepolto dal 1963, anno della morte, e dopo la scomparsa della moglie, vent'anni più tardi, la sua biblioteca nonché, seppur rocambolescamente, anche l'archivio sono conservati nella biblioteca comunale. La graphic novel, edita in collaborazione con il Comune e grazie al contributo di uno sponsor privato, Michele Bragagnolo, sarà distribuita gratuitamente a tutti gli insegnanti e gli allievi delle scuole elementari e medie di Borgoricco, in modo che anche i giovani possano sapere chi fosse questo loro illustre quasi concittadino. L'amministrazione comunale ha qualche anno fa istituito il premio giornalistico nazionale intitolato a Tomaselli, al quale ha aggiunto una sezione junior.

Chi era

Cesco Tomaselli, nato nel 1893 era figlio di Angelo, allievo di Giosuè Carducci, pure lui poeta, e per molti anni insegnante di lettere al liceo "Marco Foscarini", di Venezia. La Grande Guerra vede Cesco alpino del battaglione Vicenza; tornata la pace, la sua carriera giornalistica comincia alla "Gazzetta di Venezia" e, più assiduamente, a "Il Gazzettino Illustrato", ma nel 1923 decide di tentare l'avventura milanese. Gli va bene: dopo una breve esperienza lavorativa al "Secolo" entra nel 1925 al "Corriere della sera". Fa parte di quella nidiata di veneti Guido Piovene, Giovanni Comisso, Dino Buzzati che contribuiscono alla grandezza del quotidiano milanese. Di Buzzati era anche sincero amico e con lui condivideva la passione per l'alpinismo: a Tomaselli è infatti dedicata una via ferrata nel gruppo dolomitico di Fanes. Le corrispondenze che più hanno dato notorietà a Tomaselli sono state quelle relative al dirigibile "Italia", comandato da Umberto Nobile, che avrebbe dovuto raggiungere il Polo Nord nella primavera del 1928. Era previsto che s'imbarcassero due giornalisti: oltre a lui, Ugo Lago, del "Popolo d'Italia", ovvero il quotidiano le Partito nazionale fascista. Prima della partenza, però, il comandante si rese conto che c'era troppo peso a bordo e si decise di lasciare a terra uno dei due giornalisti. Chi? Decide la sorta, a testa o croce. Tomaselli perde. È furioso per non poter prendere parte alla spedizione, il destino tuttavia non solo gli salva la vita (Lago rimane nella parte del dirigibile che vola via priva di controllo e non sarà mai più ritrovata), ma fa anche sì che, unico giornalista sul posto, riferisca della tragedia e delle ricerche per ritrovare i dispersi.

Reportage dal mondo

Memorabile il reportage di Tomaselli a bordo della baleniera norvegese "Anglo-Norse", compiuto nel 1938 mentre la nave andava verso l'Antartide. Di questo viaggio rimane anche una serie di fotografie scattate dallo stesso giornalista. È stato in Cina a descrivere il maoismo, a Cuba a riferire del castrismo; dopo la prima guerra mondiale era stato a Caporetto per raccontare cosa fosse avvenuto nei territori occupati quando gli austriaci avevano sfondato, a fine ottobre 1917; aveva seguito la guerra d'Etiopia e durante la Seconda guerra mondiale va con gli alpini sul Don. In seguito fa parlare i minatori del Sulcis, in Sardegna. Nel 1924, dopo il delitto Matteotti, prende decisamente le distanze dal fascismo. Scrive al direttore del "Secolo" di essersi orientato «decisamente verso l'opposizione» e di aver deciso di troncare «ogni rapporto con i giornali della dittatura insanguinata», infatti lo chiama al "Corriere" il direttore Luigi Albertini, che, in quanto antifascista, sarà costretto a lasciare qualche tempo dopo. Tomaselli, invece, continua a scrivere, come abbiamo visto, e dopo la guerra subirà l'epurazione: sospettato di collaborazionismo viene incarcerato e licenziato. Alla fine, però, è riabilitato e riassunto in via Solferino, accolto dalle parole affettuose di Dino Buzzati: «Era ora che il tuo nome ricomparisse. Nessuno, è un fatto, della nostra cerchia si è comportato in questi anni con tanto stile».

Taccuini e documenti

Come detto, Tomaselli frequentava Borgoricco; la vedova scompare verso la metà degli anni Ottanta e nel testamento dispone che la biblioteca del marito vada al Comune. I volumi vengono subito trasferiti, ma non così accade per l'archivio che rischia seriamente di andare disperso. Si deve alla caparbietà della bibliotecaria di allora, Vanna Agostini, ora pensionata, se anche le carte di Tomaselli tra le quali ben 103 taccuini di appunti giornalistici si trovano custodite nell'edificio della biblioteca comunale. La villa è rimasta per una decina d'anni incustodita, prima di diventare casa di riposo, come stabilito dal testamento. Ciò significa che i ladri si sono intrufolati più volte. Per esempio, i rullini di negativi con le foto della caccia alle balene sono stati comprati in un mercantino delle pulci dei dintorni. Una parte delle carte era finita in parrocchia, mentre un'altra parte era rimasta dentro i cassetti dei mobili dello studio del giornalista. Quando gli arredi sono andati all'asta, a Venezia, gli addetti della casa d'aste hanno svuotato scaffali a cassetti rovesciandone il contenuto a terra. Per fortuna Agostini è stata avvisata e si è precipitata a raccogliere e salvare l'archivio di Tomaselli. L'altra parte della documentazione è stata data di recente in comodato dalla parrocchia al Comune, e ora l'archivio si trova finalmente riunito, e consultabile. Possibile che qualcosa sia andato perduto in questi passaggi, comunque quasi tutto il materiale è stato messo in salvo. Si tratta di una testimonianza irripetibile dell'attività del giornalista del "Gazzettino" prima e del "Corriere della sera" poi. Ci sono i suoi versi giovanili, e anche alcuni versi del padre. I taccuini ci restituiscono una personalità estremamente precisa, che tutto annotava. Oltre agli appunti propriamente giornalistici, sono minuziosamente segnate le spese (che venivano rimborsate) cosicché è possibile ricostruire l'attività di un inviato speciale anche aldilà di quel che scriveva nel giornale. Un patrimonio che il Comune di Borgoricco intende valorizzare, il premio e la graphic novel "Cesco Tomaselli. Viaggi, reportage, avventure di un inviato speciale" sono soltanto le prime iniziative. 

Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 11:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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