Rubati cellulari in ospedale a Padova, le vittime: «Di notte non c'è controllo, anche gli infermieri hanno paura»

I furti sono avvenuti di notte e in due reparti diversi. Entrambe le vittime hanno sporto denuncia

Sabato 23 Settembre 2023 di Lorena Levorato
Furti in ospedale

VIGODARZERE (PADOVA) - Furti in corsia: ladri all'ospedale. È accaduto nel reparto della clinica ortopedica e di chirurgia vascolare dell'ospedale civile di Padova.

Vittime due pazienti di Vigodarzere.

Telefono rubato

Il primo episodio risale alla notte tra il 7 e l'8 settembre: in quei giorni L.P., che ora è stata dimessa, era ricoverata nel reparto della clinica ortopedica per fratture al bacino e alle caviglie. «Essendo immobilizzata a letto avevo solo il telefono e dentro c'era tutta la mia vita, foto, contatti, documenti - racconta la donna - Ma cosa di gran lunga più importante era l'unico contatto con il mondo esterno, con il mio papà malato oncologico, mia mamma e mia sorella che se ne stavano prendendo cura. Quindi usavo il cellulare per le videochiamate così da poter salutare e parlare con la mia famiglia. Quella notte avevo male e ho preso antidolorifico, e mi sono addormentata verso le 1.30. Alle 4 di mattina ho sentito dei rumori, e ci ho messo un po' per svegliarmi e mi sono accorta subito della mancanza del telefono dal comodino. Ho dato l'allarme e gli infermieri sono arrivati subito e hanno cercato ovunque. Il personale, sentendo dei movimenti e poi l'ascensore aprirsi, è corso a vedere, ma era troppo tardi. Purtroppo in ospedale, anche di notte, può entrare chiunque. Se penso che qualcuno è arrivato a meno di 20 centimetri dalla mia faccia, mi vengono i brividi. Ho segnalato alla polizia dell'ospedale che ha preso due appunti su un pezzo di carta e mi ha detto di fare denuncia entro 90 giorni andando in questura». Il furto è stato denunciato dal compagno della donna ai carabinieri di Abano Terme. «Il mio cellulare, grazie al tracciamento, alle 9.10 si trovava in via Tiziano Aspetti 70 in un negozio di telefonia, ma né i carabinieri di Abano né quelli di Padova, ai quali è stata trasmessa la denuncia, sono andati a controllare. Hanno temporeggiato e il telefono poi è stato spento. Mi sono sentita abbandonata da chi dovrebbe tutelarci». Il furto è stato segnalato anche alla direzione ospedaliera. «Mi sono sentita dire che "non siamo un carcere non possiamo chiudere tutto e avere certi livelli di sicurezza" - dice ancora la donna - Gli infermieri sono spaventati tanto quanto noi pazienti. Ho informato anche il Governatore Zaia e sono in attesa che mi risponda».

Il secondo colpo

Lunedì 11 settembre è successo di nuovo, stavolta nel reparto di chirurgia vascolare. «Mio marito doveva essere operato proprio quel giorno - racconta la moglie S.C. - Quando si è svegliato non ha più trovato il cellulare che aveva lasciato sul comodino. Siccome i nostri cellulari sono collegati, ho visto che alle 5 di mattina era stato spento da ignoti. E da allora il telefono risulta staccato. Poco dopo anche il compagno di stanza si è accorto che anche il suo cellulare era sparito. Io mi domando: i parenti possono entrare solo ad orari stabiliti, e i ladri invece quando vogliono? Non c'è sicurezza nell'ospedale: può entrare ed uscire chiunque, e magari anche portando un'arma. Capisco la privacy, ma forse qualche telecamera che riprende gli ingressi e gli ascensori, non le stanze, si può installare. Chi ha rubato ha avuto libero accesso al reparto e sapeva bene come muoversi». Anche quest'ultimo furto è stato denunciato alle forze dell'ordine. 

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