Furbetti delle case popolari: scoperti
evasori totali che abitavano in alloggi Ater

Venerdì 24 Febbraio 2012
Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di finanza
PADOVA - Proprietari di lussuose Mercedes, o di bar super avviati in centro citt, si facevano beffe dei veri poveri occupando case dell'Ater, grazie a false autocertificazioni I nuovi furbetti del Fisco, quelli delle case popolari, sono stati scoperti a Padova dalla Guardia di Finanza.



Non si tratta di casi isolati: le fiamme gialle su 120 controlli hanno trovato ben 60 titolari di appartamenti pubblici che non avevano diritto al canone sociale. Le autocertificazioni irregolari sono risultate il 56%, più di una su due. Chi è stato stanato adesso dovrà perlomeno pagare canoni di affitto ben più alti, quando invece non sarà costretto a mollare la casa Ater e a trovarsi un appartamento nel libero mercato.



Come facevano a farla franca? Semplicemente si fingevano poveri, falsificando le autocertificazioni sul loro reddito, o mentendo sul fatto che non erano affatto disoccupati, e così riuscivano a infiltransi nelle graduatorie di chi ha diritto ad un alloggio pubblico. Tra i casi macroscopici, quello di un falso povero che a fronte di dichiarazioni dei redditi ridotte all'osso parcheggiava nel posto auto di un immobile Ater in provincia di Padova la propria Mercedes CLS 3.500. Una macchina da 80mila euro, quasi quanto un mini appartamento. Ora dovrà fare i conti con il Fisco e la magistratura, alla quale è stato segnalato.



L'Ater (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale) ha avviato intanto la procedura di decadenza del contratto d'affitto. Un'altra situazione paradossale emersa dalle verifiche dei finanzieri è stata quella di un italiano formalmente disoccupato, di fatto titolare di un avviato bar in pieno centro storico a Padova. Dal 2009 l'uomo non presentava denunce dei redditi. Per lui è stato fatale l'utilizzo di 10mila euro in contanti, che si ritiene frutto di evasione fiscale, per saldare spese condominiali e affitti arretrati.



Per riuscire a far emergere queste e altre storie di ordinaria illegalità gli uomini della Gdf hanno lavorato 12 mesi in stretta sinergia con l'Ater. «Questi falsi indigenti - ha osservato il colonnello Ivano Maccani, comandante della Guardia di Finanza di Padova - non solo evadono il Fisco, ma risultando formalmente non abbienti, scavalcano in graduatoria i veri poveri: stiamo parlando di famiglie che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, a pagare il mutuo, le bollette, che sono danneggiate dagli evasori fiscali». «Il 'modello Padova', basato sulla sinergia strettissima tra Guardia di finanza e le amministrazioni pubbliche - ha concluso l'ufficiale - mira proprio a riequilibrare questa stortura del sistema determinata da ricchi che si camuffano da poveri per continuare ad accumulare ricchezza».
Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 08:06
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