Padova. Microtelecamere e auricolari per suggerire all'esame della patente in cambio di 3 mila euro

L'organizzazione criminale è stata scoperta dalla Polstrada di Brescia, esami truccati anche in Veneto e Friuli

Domenica 12 Novembre 2023 di Luca Ingegneri
Patente

PADOVA - Microtelecamere e dispositivi mobili dotati di auricolari occultati sotto ai capi di abbigliamento e ben aderenti al corpo dell’esaminando. Con questa sofisticata apparecchiatura montata a domicilio il giorno prima della prova, decine di stranieri avrebbero superato senza il minimo problema l’esame di teoria per il conseguimento della patente di guida. Attraverso gli auricolari ricevevano le risposte esatte da un suggeritore collegato a distanza in remoto. La gigantesca truffa delle patenti facili è stata scoperta dalla Polstrada di Brescia nel corso di un’indagine durata un paio d’anni. Gli investigatori hanno ricostruito l’organigramma di un’organizzazione criminale capace di reclutare gli stranieri attraverso agenzie di pratiche automobilistiche e fornire le apparecchiature alla vigilia dell’esame dietro corresponsione di cifre oscillanti tra i tre e i quattromila euro a candidato.

Chi erano i componenti della banda criminale

Sono complessivamente quarantadue le persone iscritte sul registro degli indagati dalla Procura di Brescia che nell’agosto scorso ha ottenuto l’arresto del presunto capo dell’organizzazione Gerardo Sansone, 56enne di origini foggiane con domicilio a Nogara, nel veronese, finito in carcere, e dei suoi più stretti collaboratori, tutti di nazionalità romena, Ana Maria Arsene, 32 anni, Larisa Loredana Arsene, 22 anni, e Florentin Vasile, 36 anni, ristretti agli arresti domiciliari. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata al reato di falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conseguimento di titoli pubblici, in concorso con un paio di complici della banda ed una lunga serie di cittadini stranieri, cui è stato contemporaneamente notificato il sequestro della patente di guida conseguita in maniera truffaldina. Non è invece mai stato identificato il suggeritore da remoto, tale Antonio, che sarebbe stato collegato telefonicamente con i candidati da Vozza, località del napoletano.

Come agiva l'organizzazione

In un arco temporale compreso tra il 5 febbraio 2021 e l’estate scorsa, quando sono scattati gli arresti, l’organizzazione criminale sarebbe riuscita a far conseguire con l’inganno decine di patenti nelle sale delle Motorizzazioni civili di Brescia, Cremona, Bologna, Parma, Udine, Venezia, Padova e Rovigo. La banda agiva in maniera sistematica. Due installatori si recavano a casa del candidato il giorno prima dell’esame per montare le microtelecamere e gli auricolari miniaturizzati, e per effettuare le prove tecniche con colui che, da remoto, doveva suggerire le risposte esatte. Il corrispettivo - di norma tremila euro per il conseguimento della patente B - doveva essere versato in anticipo e in contanti. Per tutti gli episodi fuori sede la Procura di Brescia ha recentemente disposto lo stralcio per competenza territoriale e la trasmissione degli atti alle Procure interessate. Tre i capi d’imputazione per i quali procede l’autorità giudiziaria padovana: nella sessione d’esame del 28 gennaio 2002 negli uffici della Motorizzazione in corso Spagna era riuscito a farla franca, con la complicità di Ana Maria e Larisa Loredana Arsene, un cittadino tunisino di 55 anni, residente a Saonara, cui era stato inviato materiale informatico ed elettronico indispensabile per il superamento della prova. A distanza di soli cinque giorni - il 2 febbraio - l’identico giochetto era riuscito ad un giovane padovano, sempre in combutta con le due romene e con Sansone, nel doppio ruolo di procacciatore del cliente e coordinatore del raggiro, mentre il successivo 21 marzo era stata la volta di una donna russa di 41 anni, che risiede a Vigonza.

Anche in questo caso la straniera, assistita dall’avvocato Federico Alati, risulta indagata in concorso con le giovani romene e con Sansone.

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