Elezioni, oggi è il giorno della verità. Chiamati al voto 261mila cittadini

Domenica 11 Giugno 2017 di Mauro Giacon
Elezioni, oggi è il giorno della verità. Chiamati al voto 261mila cittadini
PADOVA - Ci siamo. Oggi dalle 7 alle 23 si vota in diciassette comuni della provincia, compreso il capoluogo. Sono 261.488 i padovani chiamati alle urne. Di questi 163.890 in città. Le elettrici donne superano gli uomini sia nel totale, 137.400 contro 124.088 che nel capoluogo, dove i numeri dicono 87.673 contro 76.127.

É un turno piuttosto anomalo, principalmente perché i sette candidati sindaci a Padova si sfidano dopo la caduta di Bitonci, l'11 novembre 2016 per le dimissioni in contemporanea di cinque consiglieri della sua maggioranza, insieme a quelle di tutta l'opposizione, dopo appena due anni e mezzo di mandato. In totale sono 21 le liste a sostegno dei candidati, con 629 aspiranti al consiglio comunale. Bitonci si ripresenta rinsaldando il patto fra la Lega e gli azzurri. Un laboratorio su scala nazionale lo definisce. Il principale sfidante è Sergio Giordani, per il centrosinistra. L'ex presidente del Padova ha una lista civica sostenuta da Pd e centristi molti dei quali in fuga da Bitonci. Fra gli outsider Arturo Lorenzoni, il docente universitario ha una sua civica e una lista a sinistra del Pd, Coalizione civica, erede di Padova 2020. Poi Simone Borile del Movimento 5 Stelle. Concludono il quadro l'indipendente Luigi Sposato con Osa, Maurizio Meridi con CasaPound, Rocco Bordin con una civica La Padova libera.

É stata una campagna elettorale lunghissima e snervante, che l'ex sindaco Bitonci ha aperto in pratica il giorno dopo la sfiducia. Da allora ha sempre insistito sul tradimento di una parte dei suoi ribadendo la sua volontà di voler finire le opere pubbliche impostate. Il Pd, che aveva appoggiato l'ammutinamento, dall'inizio di gennaio ha scommesso su un imprenditore, Sergio Giordani, sostenendolo a spada tratta, rinunciando anche alle primarie. Giordani dal canto suo si è messo in gioco con una propria civica, puntando ad un modello diverso di comando, più condiviso. Lungo la sua strada ha trovato anche un inconveniente di salute che ha rischiato di comprometterne la corsa.
 
Fra loro due, che sono indicati per il ballottaggio, potrebbero inserirsi gli outsider. Il docente universitario Arturo Lorenzoni che sta costruendo un laboratorio a sinistra con consensi trasversali basato sulla partecipazione dei cittadini e che potrebbe essere replicato a livello nazionale. Poi Simone Borile, il candidato dei 5 Stelle che sulle ali del gradimento italiano punta al ballottaggio presentando un volto intellettuale e attento ai problemi. Anche Luigi Sposato, l'imprenditore che mette il lavoro al primo posto potrebbe rappresentare una valida alternativa, così come l'esperto Rocco Bordin e il battagliero Maurizio Meridi, entrambi molto attenti al sociale.
Si è chiusa dunque una campagna all'insegna del fairplay il cui rovescio della medaglia racconta che i candidati non sono riusciti a trovare un tempo e un luogo per scambiarsi le idee e convincere i padovani che le proprie sono le migliori.

In provincia si rinnovano 16 comuni fra cui Abano che è commissariato dopo le vicissitudini di Luca Claudio e anche questo è un appuntamento anomalo. Ad Abano Luca Claudio eletto al ballottaggio il 19 giugno del 2016 fu arrestato per corruzione pochi giorni dopo dalla Guardia di Finanza. La poltrona fa gola. Si presentano in sette con 19 liste. Ma non è il solo comune commissariato ad andare al voto. Lo farà anche Pozzonovo dove Antonio Tognin si dimise il 27 dicembre scorso per gli attacchi subiti. Da seguire con attenzione, fra i grandi comuni, Vigonza, dove si presentano in cinque per l'eredità di Tacchetto, e Veggiano dove Anna Lazzarin lascia dopo dieci anni. A Vescovana infine la curiosità è che c'è un solo candidato, Elena Muraro. 
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