Chiusa la storica edicola per un cavillo burocratico: «Grazie Comune, ci hai ucciso»

Martedì 31 Luglio 2018 di Alberto Rodighiero
Chiusa la storica edicola per un cavillo burocratico: «Grazie Comune, ci hai ucciso»
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PADOVA - Dopo 22 anni di servizio, cala il sipario sull'edicola di via San Clemete, tra piazza dei Signori e piazza della Frutta. Ieri mattina la signora Emanuela Meneghini, che con il marito Giuliano Cappellari gestisce l'edicola dal 1996, ha sgomberato gli ultimi pacchi di riviste, ha caricato tutto in macchina, ha abbassato per l'ultima volta la serranda e ci ha attaccato sopra un cartello: Un forte ringraziamento a tutto lo staff comunale per aver ucciso questa attività - c'era scritto - Un grande abbraccio a tutti gli amici e clienti che in questi anni ci hanno voluto bene. Emanuela e Giuliano.

«Abbiamo rilevato l'attività 22 anni fa - racconta Meneghini - Subito dopo averla acquistata, abbiamo fatto una voltura. A qual punto è saltato fuori che l'edicola non aveva mai ottenuto il permesso di occupazione del suolo pubblico. Nonostante ciò abbiamo sempre pagato regolarmente la tassa di occupazione e, quando è stata introdotta, abbiamo anche pagato l'Imu e su questo il Comune non ha mai battuto ciglio racconta ancora l'edicolante


 
Per anni, non ci sono mai stati problemi. A un certo punto, però, il Comune ci ha comunicato che andava applicata la direttiva Bolkestein, inconciliabile con un'attività priva del permesso di occupazione del suolo pubblico».
Moglie marito sono corsi ai ripari. «Prima, a nostre spese, abbiamo presentato un progetto che prevedeva lo spostamento dell'edicola davanti alla Despar. In un primo momento ci hanno detto che non si poteva, poi ci hanno proposto una struttura con le ruote che si potesse spostare - racconta l'edicolante - A quel punto, abbiamo proposto di spostare la nostra struttura verso la strada. Anche qui, però, un secco no. Infine ci hanno prospettato la possibilità di rilevare l'edicola chiusa in piazza delle Erbe. Qui, però, ci vogliono 2.500 euro solo per l'occupazione di suolo pubblico. A questo punto abbiamo deciso di chiudere. Come se non bastasse, in Comune ci hanno fatto sapere che la struttura va smantellata a nostre spese».
I due edicolanti, però, non si sono persi d'animo. «Abitiamo a Bastia di Rovolon e abbia saputo che l'edicolante del paese voleva vendere conclude abbiamo preso l'occasione al volo e il primo agosto apriamo lì».
L'assessore al Commercio Antonio Bressa non ci sta a finire sul banco degli imputati. «Abbiamo cercato i tutti i modi di andare incontro alle richieste di questi signori spiega ma questa attività non è in possesso di un'autorizzazione fondamentale per rimanere aperta in quel luogo. Non sfugge a nessuno che, in prossimità dell'edicola, c'è una vera e propria strettoia lungo il marciapiede. Detto questo abbiamo proposto soluzioni alternative, che però non sono state accettate. Ora non possiamo che prendere atto della chiusura».
Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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