Medico morto due giorni dopo l'incidente in moto: dottoressa condannata per omicidio colposo

Venerdì 26 Maggio 2023 di Eugenio Garzotto
L'ospedale di Abano

ABANO (PD) - Ha visto una prima, seppure parziale conclusione, la vicenda giudiziaria relativa alla morte di Gianmaria Beccari, il 71enne medico di base di Albignasego deceduto il 28 ottobre 2019 all'ospedale di Padova, dov'era stato trasferito d'urgenza dalla Casa di cura di Abano Terme. La giudice Domenica Gambardella ha condannato a un anno di reclusione con le attenuanti per omicidio colposo la dottoressa Viviane Wadeau Ngaffi, all'epoca del fatto medico radiologo al policlinico termale.

Ha inoltre stabilito a suo carico il pagamento delle spese legali e la liquidazione ai tre fratelli di Beccari di 53.900 euro ciascuno.

LA CONDANNA
La dottoressa Ngaffi aveva scelto la strada del rito abbreviato. Una decisione diversa è stata presa dal secondo medico imputato, il chirurgo Andrea Mereu: la sua vicenda giudiziaria seguirà il rito ordinario. Il processo si aprirà a ottobre. A rappresentare la vedova di Beccari, Paola Bernardi, e i fratelli del 71enne in un procedimento sia penale che civile gli avvocati Alberto Meneguzzi e Stefano Malfatti.

Gianmaria Beccari, professionista molto conosciuto e stimato di Albignasego, il 26 ottobre di quattro anni fa era stato vittima di un incidente stradale avvenuto ad Abano in via Romana Aponense. In sella alla sua moto, una Bmw Gs 1200, si era scontrato con una vettura all'altezza di una rotonda. Subito trasportato alla Casa di cura termale, le sue condizioni in un primo momento non erano apparse gravi, nonostante continuasse ad accusare fortissimi dolori addominali. Il giorno successivo, il suo quadro clinico era improvvisamente precipitato. Ne veniva così disposto il trasferimento all'ospedale di Padova per peritonite. Operato d'urgenza, venne però colpito da un arresto cardiaco e spirò quarantotto ore dopo l'incidente per setticemia.

L'ACCUSA
«Una volta entrato nel pronto soccorso, era stato sottoposto ad analisi del sangue - raccontò all'epoca la moglie - Fino all'indomani, però, nessun emocromo. Non sono state inoltre eseguite indagini ad hoc per scoprire eventuali politraumatismi».
Per la famiglia di Beccari, quelle sono ore di angoscia. «In una prima documentazione medica aveva proseguito la vedova non veniva indicato alcun segno di lesioni interne». La donna insistette allora nel chiedere ulteriori accertamenti, visti i dolori che il marito continuava a lamentare. «Solo dopo molte ore venne rifatta la Tac con mezzo di contrasto e il referto parlò chiaramente di peritonite massiva. Com'è stato possibile che nessuno se ne sia accorto prima?».
Nonostante, alla luce dei nuovi esami, venga presa la decisione di trasportarlo d'urgenza a Padova Gianmaria Beccari purtroppo cessa di vivere due giorni dopo l'incidente motociclistico. Ma la famiglia vuole vederci chiaro: sospetta pesanti negligenze da parte dei sanitari del pronto soccorso aponense. A quel punto, interviene la Procura della Repubblica. Ad addolorare ulteriormente la vedova, il lungo iter processuale, non ancora oltretutto concluso per quanto riguarda il dottor Mereu. «Il pubblico ministero, inizialmente, non aveva messo agli atti alcune cartelle cliniche assolutamente necessarie per chiarire completamente i fatti. Con il nostro legale le abbiamo richieste per evitare contestazioni di sorta».

      

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