Addio capannoni, tocca alle archistar: 300milioni per il polo logistico voluto da Despar

Giovedì 26 Ottobre 2017 di Eva Franceschini
Addio capannoni, tocca alle archistar: 300milioni per il polo logistico voluto da Despar
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MONSELICE - Il Nordest potrebbe essere destinato a cambiare volto nei prossimi decenni, rinascendo dalle ceneri dei capannoni, un tempo tanto amati, per risorgere come valle dei templi moderni? Basta fabbriche dismesse e strade intasate, spazio alle strutture avanguardiste proposte dalle archistar più famose e riconosciute. A fare da apripista a questo nuovo corso storico potrebbe essere Agrologic, un polo logistico fortemente voluto dal gruppo Despar nell'ex area artigianale e commerciale di Monselice, nella bassa padovana. Terreni quindi già impegnati, senza consumo di ulteriore suolo. Che sia merito di una spiccata vocazione imprenditoriale e di un desiderio espansionistico, sta di fatto che il gruppo Despar metterà in campo complessivamente circa 300 milioni di euro, in un contesto di fatturato di 2,6 miliardi di euro. Si tratta del più grande investimento sul territorio dal dopoguerra, destinato a segnare lo spartiacque tra il Veneto dei capannoni, e una regione riqualificata da un'architettura moderna e lungimirante.

IL POLO
Ma facciamo un passo indietro, e ricordiamo qual è l'oggetto che punta a diventare il simbolo di una nuova era: Agrologic è il nuovo polo per la trasformazione e la distribuzione di prodotti agroalimentari, che sorgerà nel territorio di Monselice. In pratica, si tratta di uno dei più grandi centri di lavorazione, confezionamento, deposito e smistamento di generi alimentari del nord Italia, concepito con l'obiettivo di realizzare in Veneto una nuova idea di sviluppo sostenibile e su grande scala, attraverso la convergenza di interessi privati e pubbliche opportunità.
 
L'EVOLUZIONE
Agrologic, di proprietà della Aspiag Service srl, concessionario del marchio Despar nel Nordest, è stato concepito dalla società di general contractor Cervet Srl di Mirano (VE), e progettato dall'architetto Flavio Albanese, personalità di spicco nell'architettura internazionale ed ex direttore della rivista di settore Domus. Il progetto è concepito partendo da una riflessione di importanza capitale: anziché costruire nell'immediato sull'intera superficie a disposizione, meglio pensare a entità modulari replicabili nel corso del tempo, a seconda delle esigenze e dell'evoluzione. Inizialmente la struttura sarà composta da due layer sovrapposti: quello delle funzioni, e quello delle relazioni. Il primo costituirà lo spazio per la grande piastra dei magazzini, un oggetto silente e sordo verso l'esterno, che protegge e custodisce i prodotti riducendo all'essenziale i rapporti con il contesto.

Al di sopra della grande piastra funzionale, in posizione privilegiata rispetto al paesaggio, si trova il livello delle relazioni, cioè gli spazi destinati agli uffici, alle mense e alla conference hall. Il concept di questi spazi va in direzione opposta rispetto al resto della struttura: si tratta, infatti, di volumi distribuiti lungo la facciata centrale con una connotazione più urbana e con scelte progettuali che facilitano l'idea del comfort e dello spazio abitato. La trasparenza, la luce naturale, il verde saranno i tratti dominanti di questo livello, che si inserisce sulla piastra in maniera virale mettendosi in connessione con essa.

La viabilità, i parcheggi, le aree verdi e l'area ristoro per i mezzi pesanti sono affrontati come elementi essenziali del progetto, e inseriti in una più ampia progettazione del paesaggio.
Anche sul versante della mobilità, il progetto vuole evitare qualsiasi interferenza tra flussi diversi: i mezzi pesanti, i veicoli dei dipendenti e dei visitatori, e gli accessi pedonali avranno tutti percorsi dedicati. In particolare, sono state progettate per i pedoni delle passerelle aeree che bypassano il traffico veicolare conducendo direttamente all'impianto. Nella fase finale di realizzazione di Agrologic, si immagina addirittura che l'ingresso dei mezzi pesanti possa essere supportato, al suo esterno, da un parcheggio attrezzato con strutture di ristoro e di riposo per gli autisti.

L'OCCUPAZIONE
Una vera rivoluzione anche per ciò che riguarda l'aspetto occupazionale: il gruppo Despar conta di raggiungere la piena attività della struttura entro il 2020, e per quella data saranno 1.500 i nuovi posti di lavoro, considerando gli addetti direttamente impiegati nel polo e tutti gli operatori dell'indotto. Tra questi, con buone probabilità ci sarà particolare attenzione per gli esodati', ovvero gli over 55 che non hanno i requisiti per la pensione, e i giovani delle scuole alberghiere e professionali del territorio, per i quali è già pronto un progetto di reclutamento che prenderà avvio già l'anno prossimo.
Ultimo aggiornamento: 09:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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