Crepe nella casa? Colpa del terreno, causa chiusa dopo quarant'anni

Lunedì 21 Novembre 2016 di Lino Lava
Crepe nella casa? Colpa del terreno, causa chiusa dopo quarant'anni
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MONTEGROTTO - Le crepe nei muri dell'abitazione sono iniziate nel 1970. Esattamente, un anno dopo che la casa era stata costruita costruita in via Regazzoni Alta a Montegrotto. Secondo la proprietaria a causare le crepe sulla nuova abitazione erano stati i lavori di allargamento della strada comunale. E, in seguito, la creazione di un muretto di contenimento che si sarebbe rivelato inidoneo a contrastare gli sforzi tangenziali conseguenti all'esportazione del terreno al piede del versante. Nel 2002 il Comune di Montegrotto e il Genio Civile decidevano di costruire un muro di cemento armato di rinforzo a quello che già esisteva. Nel 2007 intervenne anche la Provincia con il sopralluogo di un geologo il quale non rivelò le cause delle crepe sull'abitazione. Allora, la proprietaria diede l'incarico a un proprio geologo. Questi disse che le lesioni all'immobile dovevano essere addebitate esclusivamente allo stato di dissesto idrogeologico che aveva «interessato il versante a seguito dei lavori eseguiti dal Corpo forestale dello Stato e dal Genio Civile».
La proprietaria dell'abitazione chiamò in causa la Regione Veneto, il Parco dei Colli Euganei, il Comune di Montegrotto, il Genio Civle, la Provincia di Padova, il ministero dell'Ambiente e del Territorio e il Corpo forestale dello Stato. La causa civile è durata anni davanti ai giudici del Tribunale di Padova e di Venezia. E poi in Corte d'appello. Ebbene, i giudici non hanno ritenuto che a causare i danni nell'abitazione non sono stati i lavori eseguiti sul versante dal Corpo forestale e dal Genio Civile. Secondo i consulenti tecnici dei giudici l'origine del fenomeno lamentato dalla proprietaria dell'abitazione è essenzialmente riconducibile alle caratteristiche «rigonfianti dei terreni su cui insiste il fabbricato e non alle condizioni di stabilità del versante, che risultano accettabili». Le conclusioni: «Il quadro fessurativo che caratterizza l'immobile è da ricondurre a una patologia insita nel sito ove è stata costruita l'abitazione e conseguentemente non si può parlare di danni arrecati da qualcuno o qualcosa».
La cittadina di Montegrotto chiedeva alla Regione del Veneto un risarcimento di 200mila euro. Tanto erano i danni, che a suo parere, le avevano causato i lavori sul versante. Ebbene, la Regione, assistita dai legali Antonella Cusin, Ezio Zanon e Guido Barzari, si costituiva in giudizio contestando le richieste della cittadina. E chiamò in giudizio le Assicurazioni Generali, tutelate dall'avvocato Roberto Madonna, per dimostrare l'infondatezza dei danni causati dal Corpo forestale dello Stato e dal Genio Civile. La causa si è conclusa dopo una controversia durata molti anni.
Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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