Cooperativa con 300 dipendenti, sede fantasma: neppure il campanello

Martedì 8 Gennaio 2019
La sede Work Ambiente a Fanna (Pordenone)
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FANNA - Fino a ieri praticamente nessuno a Fanna sapeva dell'esistenza della Work Ambiente. Ma come è possibile che un soggetto che vanta oltre trecento dipendenti sia sconosciuto alla popolazione? La risposta è semplice: l'unico elemento distintivo è una targhetta sulla porta. Una scritta minuscola sopra la vecchia buchetta delle lettere di un portone in legno tarlato che dà accesso a un edificio fatiscente. Non c'è nemmeno un campanello - quello fronte strada appartiene a un condomino che non ha nulla a che fare con la vicenda - e per mettersi in comunicazione con la coop l'unico sistema è quello antico: urlare a squarciagola per cercare di farsi udire da chi in quel momento occupa il primo piano.
 
A fare eccezione circa la conoscenza di questa società cooperativa sono un paio di vicini di casa, che tuttavia cadono letteralmente dalle nuvole quando vengono informati delle dimensioni della frode.
FORESTERIA
Vi state sbagliando: qui non c'è assolutamente nulla di tutto questo - afferma, senza timore di essere smentito, un uomo che risiede nella stessa via Montelieto, a pochi passi dal domicilio fiscale della Work Ambiente -. Da qualche anno ci sono delle persone che vengono ospitate per periodi più o meno lunghi e che vengono assunte da aziende della pedemontana. Niente di più: un appartamento a uso foresteria che può ospitare al massimo una mezza dozzina di inquilini, a farla grande. Ancora più stupito l'altro vicino, che assicura sull'umanità dimostrata dall'interlocutore che ha conosciuto in più di qualche circostanza: L'amministratore è una persona distinta di Padova - ricorda il residente del Comune pedemontano pordenonese -: un soggetto che ispira fiducia e che si è sempre comportato in maniera impeccabile. Si è visto pochissimo, perché qui stanno solo gli addetti che servono temporaneamente quando qualche società ha bisogno di incarichi a tempo determinato o stagionali. Ho sentito il telegiornale e letto i resoconti dei quotidiani on line e non mi sarei mai immaginato nulla di quanto raccontano sulla vicenda: sapere che sono stati sequestrati beni per cinque milioni di euro e vedere il fabbricato che era nella loro disponibilità qui da noi sono cose che stridono molto.
SCONOSCIUTI
Nessun altro, in tutta Fanna, sembra aver avuto a che fare con il management della falsa coop. Qualcosa di più interessante si scopre invece facendosi faticosamente aprire e salendo al primo piano dell'immobile dove c'è la sede ufficiale della società. Risponde un uomo di mezza età. E' in Friuli da un po'. Arriva dalla Romania e parla molto bene l'italiano: racconta, senza alcuna remora, di cosa si occupa l'azienda con la quale collabora. Ognuno di noi qui ha un incarico diverso - fa sapere -: io, ad esempio, sono meccanico e vengo impiegato nel locale cementificio quando ci sono delle manutenzioni da fare. Sono formalmente un addetto esterno che risponde solo alla Work Ambiente. Ci sono altri colleghi, tutti stranieri, che rendono servizi analoghi per altre fabbriche e società di un certo calibro: chi collabora per la Snua, chi per la Bioman, entrambe impegnate nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Lo straniero - ieri, in casa, assieme a lui, c'era anche un pakistano reduce dal turno di notte - conferma anche che in via Montelieto c'è una stanza adibita a ufficio.
A PADOVA
Non la usano quasi mai - ricorda -: saltuariamente gli amministratori passano di qui e si fermano per far firmare qualche documento. A Fanna comunque non c'è alcuna sede: per trovarla bisogna andare a Padova, noi siamo un grande gruppo e dunque bisogna fare riferimento a quella realtà. Per il meccanico romeno non ci sono dubbi sulla correttezza dei rapporti con il management: Se abbiamo qualche questione possiamo perfino chiamarli direttamente al cellulare. C'è sempre stata grande disponibilità. I soldi pattuiti sono sempre stati incassati: sono pochi, ma ci permettono di tirare avanti.
ASIATICO
In paese c'è un altro addetto, arriva dall'Asia: Ho sentito dire alla Tv che siamo lavoratori in nero, ma io ho sempre firmato tutti i contratti - afferma l'uomo che preferisce non far sapere il Paese di provenienza -: speriamo solo che questi sequestri non si ripercuotano sul nostro futuro. Grazie a Work Ambiente abbiamo un lavoro che ci permette di vivere in Italia, senza avere spese di alloggio e così riusciamo a spedire a casa un po' dei nostri guadagni. Anche le ditte per cui lavoriamo in provincia di Pordenone sono molto serie e ci sono anche degli enti pubblici: mi sembra impossibile che nessuno si sia accorto di nulla. Per ora, comunque - conclude il lavoratore della cooperativa - nessuno ci ha detto nulla e speriamo che non ci siano conseguenze per i lavoratori.
Lorenzo Padovan
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Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 16:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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