Presidenza Confindustria, corsa in salita per Carraro. Orsini in netto vantaggio

Il leader del Veneto fatica a incassare consensi. L'ipotesi di una vicepresidenza di peso

Lunedì 11 Dicembre 2023 di R.E.
A sin Enrico Carraro con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi

VENEZIA - È cominciata in salita la corsa dell’imprenditore padovano Enrico Carraro verso la candidatura a presidente della Confindustria nazionale. Il presidente di Confindustria Veneto si era fatto assegnare nei giorni scorsi dal direttivo regionale degli imprenditori una delega per valutare le chance venete nella partita per la guida di Viale Astronomia. Una delega che, per evitare da subito divisioni e distinguo da parte di alcune associazioni provinciali (Verona soprattutto ma non solo), non conteneva espressamente il nome di Carraro, ma rappresentava di fatto l’ufficializzazione della discesa in campo dell’industriale padovano che già passato non aveva escluso un suo ingresso nella partita per il dopo Bonomi. Il mandato esplorativo avviato non avrebbe però finora consentito a Carraro di incassare adesioni pesanti sul suo nome, tali da fargli almeno avvicinare quel 20 per cento di consensi che sono necessari per partecipare alla sfida finale. Non solo: appare evidente che, dietro l’unanimità di facciata raggiunta nel direttivo regionale, alcune associazioni venete guardano con favore anche altri candidati, in particolare l’emiliano Emanuele Orsini, industriale del legno e vice presidente nazionale di Confindustria con la delega a Credito e Finanza. Non solo.
A complicare le cose per Carraro è intervenuta anche la recente discesa in campo dell’industriale siderurgico Antonio Gozzi, leader di Duferco (tra l’altro storico promotore del progetto per il porto off shore di Venezia) nonché presidente di Federacciai e quindi con molto agganci e contatti in Veneto, dove il settore conta importanti realtà produttive.

La ricognizione di Carraro dovrebbe comunque proseguire per alcuni giorni. Ma allo stato attuale le sua chance di correre per il ruolo di presidente appaiono assai ridotte. Resta invece aperta l’ipotesi che l’imprenditore padovano possa puntare a una vice presidenza nazionale di peso alleandosi con uno dei candidati più forti in corsa a cui potrebbe portare in dote se non tutto il Veneto almeno una buona parte di esso.


LA SITUAZIONE
Attualmente, secondo i bookmakers di viale Astronomia, tra gli aspiranti alla successione di Bonomi, quello che dispone di maggiori consensi è ritenuto Orsini che avrebbe già dalla sua l’Emilia Romagna, il Lazio, la Toscana, pezzi del Trentino Alto Adige e parte di importanti territoriali della Lombardia e godrebbe anche di appoggi e simpatie in Veneto. Più staccati sembrano essere gli altri due contendenti, entrambi vice presidenti nazionali. Il primo è il mantovano Alberto Marenghi, sostenuto dal presidente uscente Bonomi, nonché da settori di Assolombarda, dalla Piccola Industria e da alcune territoriali del Sud. Il secondo è Carlo Brugnoli che conta, in particolare, sul forte appoggio di due ex presidenti come Boccia e Abete. Alcune indiscrezioni parlano però di un patto che sarebbe stato siglato nei mesi scorsi tra Brugnoli e Orsini, in base al quale chi dei due avesse ottenuto più voti avrebbe avuto in dote anche i voti dell’altro. A gennaio tutto sarà più chiaro.
 

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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